Il Sic (Sistema integrato delle comunicazioni) vale 21 miliardi di euro nel 2010, in calo di 2 miliardi, circa il 10% in meno rispetto ai 23 miliardi del 2009. Lo rende noto l’Agcom, precisando che l’area radiotelevisiva rappresenta il 46,4% (pari a 9,8 miliardi di euro). Segue la stampa, quotidiana e periodica, con il 30,3% pari a 6,4 miliardi di euro. Il comparto editoriale è completato dall’editoria annuaristica e da quella elettronica, pari complessivamente a circa 1,3 miliardi di euro (6,3% del Sic). L’ammontare del settore cinematografico è invece pari a 1,2 miliardi di euro. A completare il quadro il comparto pubblicitario la pubblicità esterna, che nel 2010 incide per il 2,3% sui ricavi complessivi del Sic a 481 milioni di euro.
I sei principali gruppi operanti nel Sic – Fininvest (16,04%), Rai (13,22%), News Corporation (12,93%), Seat Pagine Gialle (4,16%), Gruppo Editoriale l’Espresso (4,11%) e Rcs Mediagroup (3,96%) – rappresentano, con 11 miliardi di euro circa, più del 50% di tale aggregato. La quota rimanete del 45,59% è riconducibile ai restanti operatori.
Il Sic è l’architrave del sistema antitrust introdotto con la legge Gasparri del 2004, secondo cui nessun operatore può raccogliere più del 20% di questo paniere.