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La saga del Registro opposizioni. Ascani: “Pareri opposti da Agcom e Garante Privacy”

La sottosegretaria allo Sviluppo economico fa il punto sui ritardi: “Le diverse interpretazioni attuative riguardano  la norma sulle chiamate condotte con operatore umano o attraverso sistemi automatizzati”. Il Mise chiede un confronto tra le parti per sbloccare l’impasse e varare il regolamento

Pubblicato il 22 Ott 2021

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Il registro delle opposizioni al palo. Lo strumento messo a disposizione degli  utenti telefonici per difendersi dalle pubblicità aggressive non è ancora partito “allo stato attuale il concerto finale non è  stato raggiunto a causa delle  posizioni contrapposte dell’Agcom e del Garante della privacy  sul testo”. Lo ha chiarito il sottosegretario allo Sviluppo  economico, Anna Ascani, che rispondendo nell’Aula della  Camera a un’interpellanza urgente M5S ha ricostruito la “navetta” tra ministeri, commissioni parlamentari e autorità di garanzia in corso dal 2018.

Alla base della controversia tra i due Garanti, ha ricordato Ascani, figurano diverse interpretazioni attuative  della norma rispetto alle chiamate condotte con “operatore  umano” o attraverso “sistemi automatizzati”.

Di conseguenza, ha concluso il sottosegretario, “con nota  del 6 ottobre scorso, il ministero dello Sviluppo economico  ha evidenziato al Consiglio dei ministri le posizioni  contrapposte delle due autorità e ha chiesto di valutare  l’opportunità di organizzare un confronto tra le autorità  interessate al fine di individuare una soluzione capace di  riassumere i contrapposti orientamenti espressi, per  garantire una più ampia tutela dei dati personali dei  contraenti telefonici o di approvare in via definitiva il  regolamento nella versione più aderente al tenore letterale  della legge n.5 del 2018”.

Quella sul registro delle opposizioni “è una legge che abbiamo votato nel 2018 ma è emerso solo adesso che possiede alcune lacune normative, perché non impedirebbe anche alle chiamate automatizzate di infastidire e molestare gli utenti e i consumatori –  spiega la deputata del Movimento 5 Stelle Mirella Liuzzi, che stamattina insieme alla collega Elisabetta Barbuto ha posto l’interrogazione sul “L’unica soluzione – spiega Liuzzi – è fare un emendamento che modifichi la legge e che non permetta più queste chiamate moleste e indesiderate e ci vorrà ancora un po’ di tempo ma è l’unico metodo”.

Il nuovo Registro delle opposizioni

Lo schema di regolamento in commento estende il Registro pubblico delle opposizioni (Rpo) a tutte le numerazioni nazionali e definisce il funzionamento del registro riguardo all’utilizzo dei dati personali presenti negli elenchi.

La legge n. 5/2018 aveva già esteso l’ambito di applicazione del Rpo a tutti i numeri riservati, inclusi i cellulari, prevedendo, in seguito all’iscrizione al servizio, l’annullamento dei consensi al telemarketing precedentemente conferiti dai cittadini, oltre al divieto di cessione dei nuovi consensi a terzi, ma tale estensione non è di fatto divenuta operativa per mancanza del regolamento attuativo.

Il numero degli aventi diritto all’iscrizione nel Rpo passerà dagli attuali 13,5 milioni (numeri presenti negli elenchi telefonici) a circa 100 milioni (compresi i cellulari e i numeri fissi non presenti negli elenchi pubblici).

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