Nel 2021 investimenti a+4,1%, nel 2022-2023 attesa crescita annuale del 3,3%. Sarà decisivo l’intervento a livello locale per attivare il cambiamento auspicato dal Pnrr. La presidente Paola Generali: “Non ci capiterà un’altra occasione come questa”
Il mercato Ict Italiano nel 2021 ha registrato una crescita del 4,1% con una spesa pari a 34,4 miliardi. E nel biennio 2022-2023 si crescerà ancora, ma meno rispetto alla performance record di quest’anno: l’andamento è stimato al +3,3% medio annuo salendo a 35 miliardi di euro il prossimo anno per per poi arrivare a 36,4 miliardi . Questa la previsione di Assintel nell’annuale ricognizione elaborata con Idc e grazie alla sponsorship di Confcommercio, Grenke e Intesa Sanpaolo.
L’Associazione Nazionale delle Imprese Ict e Digitali nel presentare i dati aggiornati annuncia anche una innovativa piattaforma onlinesviluppata insieme con Ipng, che consente di consultare un’ampia gamma di grafici e di personalizzarli sulla base di una serie di parametri.
Nonostante la crescita sostenuta degli investimenti il mercato Ict italiano si caratterizza anche per un importante gap: il 32% delle aziende non è ancora riuscito ad attivare il cambiamento. E non mancano quelle che hanno persino ridotto gli investimenti. È su questa tipologia di imprese che – secondo l’associazione di Confcommercio – occorrerà intervenire a livello locale per un coinvolgimento nei progetti di rilancio del Pnrr. “Non ci capiterà un’altra opportunità come questa, unica nel suo genere”, ha detto la presidente Paola Generali, sottolineando – come anticipato nei giorni scorsi in un’intervista con CorCom – che “Assintel è pronta a fare all-in, investendo tutte le proprie risorse per contribuire alla digitalizzazione e innovazione del sistema economico del Paese”. “Le proposte che lanciamo al Governo sono concrete e seguono tre filoni fondamentali: creare le condizioni normative per la partecipazione del made in Italy digitale al processo di trasformazione digitale della pubblica amministrazione centrale e locale; favorire la trasformazione digitale delle micro, piccole e medie imprese attraverso bandi, incentivi fiscali e nuove regole che agevolino ex ante gli investimenti; sostenere la ricerca e sviluppo nelle aziende Ict e digitali e dell’offerta, che sono esse stesse costituite per la stragrande maggioranza da micro, piccole e medie imprese”.
La strada dunque è ancora in salita e se da un lato il 51% delle imprese italiane analizzate ritiene positivo l’effetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il proprio sviluppo e per la ripresa economica del Paese, dall’altro il 45% individua come principale ostacolo all’innovazione una generale carenza di risorse economiche e finanziarie da allocare ai progetti di digitalizzazione. Resta forte anche l’incognita culturale: il 39% delle aziende analizzate rileva una perdurante mancanza di interesse e di cultura dell’innovazione del top management o della proprietà aziendale, diventando specchio di una fetta di Pmi che ha bisogno di un cambio di visione.
Riguardo alla tipologia di investimenti effettuati nell’ultimo anno, dalle rilevazioni Assintel emerge che la maggior parte si è focalizzata sui servizi e sulle tecnologie strategiche per migliorare la connessione aziendale per consentire il lavoro e le vendite da remoto e per gestire i processi mission critical. Nel 42% delle imprese la spesa Ict complessiva è rimasta invariata, ma è stata indirizzata su progetti specifici a sostegno delle attività durante la crisi, mentre il 9% delle imprese ha aumentato la spesa per sviluppare progetti innovativi e un altro 3%, pur riducendo la spesa totale, ha continuato a investire su progetti innovativi.
Nei prossimi mesi – stima l’Associazione – le imprese prevedono di concentrarsi sull’innovazione dei modelli di interazione con i clienti, sulla creazione di servizi a valore aggiunto per i prodotti venduti online e sull’internazionalizzazione delle attività.
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