E’ stato un trimestre brillante per STMicroelectronics, proprio in una fase in cui la carenza dei chip sta attanagliando l’industria globale. Il big franco-italiano della produzione di chip ha archiviato il terzo trimestre del 2021 con ricavi netti pari a 3,20 miliardi di dollari (+19,9% a/a e +6,9 t/t) contro i 3,31 miliardi di dollari indicati dal consensus. Il margine lordo si è attestato al 41,6% e il margine operativo al 18,9%. Il titolo è volato in Borsa a quasi il 3% per poi attestarsi comunque in territorio positivo.
“L’andamento dei ricavi è stato trainato da una forte domanda globale e dai nostri programmi per i clienti impegnati nell’elettronica personale – commenta Jean-Marc Chery, presidente e Ceo -. Questo è stato parzialmente compensato da un risultato inferiore al previsto dei ricavi nell’automotive, causati da operazioni ridotte più gravi del previsto presso il nostro stabilimento produttivo in Malaysia a causa della pandemia”.
Nel periodo in esame l’utile netto è salito a 474 milioni di dollari, ossia 0,51 dollari per azione dopo la diluizione, contro i 242 milioni dell’analogo periodo del 2020. Guardando all’ultimo trimestre dell’anno, ST si attende ricavi netti di 3,4 miliardi di dollari come valore intermedio, corrispondenti a una crescita del 6,3% rispetto al trimestre precedente, e un margine lordo intorno al 43%. “Per l’anno 2021 ci aspettiamo ora ricavi netti intorno a 12,6 miliardi di dollari come valore intermedio, corrispondenti a una crescita anno su anno del 23,3%. La crescita dei ricavi prevista per quest’anno riflette il perdurare di dinamiche robuste in tutti i mercati finali a cui ci rivolgiamo e i programmi già in corso con i nostri clienti”, prosegue Chery.
Colli di bottiglia sino al 2023
Secondo quanto affermato ancora da Chery, l’azienda prevede che l’elevata domanda per l’ampia gamma di semiconduttori del gruppo si estenda fino al 2022. In una telefonata con gli investitori, il Ceo si è impegnato ad aumentare gli investimenti negli stabilimenti dell’azienda per soddisfare gli ordini di clienti che vanno dal produttore di iPhone Apple alla casa automobilistica Tesla.
“Per il 2021 stiamo assistendo a una domanda non vincolata, che sarà ben al di sopra della capacità e del (nostro) piano di vendita”, ha affermato. “Le cose miglioreranno l’anno prossimo, ma il divario (tra capacità produttiva e domanda) sarà piuttosto tangibile”. Diversi analisti hanno affermato che una crisi globale dell’offerta di microchip ha costretto le case automobilistiche e le società di elettronica a tagliare la produzione e si prevede che i colli di bottiglia nel settore dei chip influenzeranno la produzione fino al 2023.
Incremento nella richiesta di chip per auto elettriche
L’aumento degli ordini per le auto elettriche in Europa e altrove sta aumentando la domanda di chip in carburo di silicio di STMicro, progettati per migliorare la capacità di ricarica delle batterie nei veicoli elettrici, ha affermato Chery. L’amministratore delegato ha affermato che il gruppo ora prevede vendite per 1 miliardo di dollari da tali chip nel 2024, un anno prima di quanto inizialmente previsto.