Smart working, ora serve una triplice azione. Che punti a stimolare “l’ammodernamento dei mezzi e delle dotazioni aziendali, il miglioramento del capitale umano attraverso la formazione del personale, una maggiore attenzione alle esigenze di bilanciamento vita-lavoro”. Lo dice Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, presentando il position paper “Il lavoro agile: organizzazione del lavoro e tecnologie, alcuni spunti per una normalità inclusiva” nel corso dell’evento “Smart Working e digitale: ripensare l’organizzazione del lavoro tra sfide e opportunità”.
Smart working per 6,5 milioni di lavoratori
“Grazie allo smart working, nel 2020 – spiega Gay -, durante i mesi più duri della pandemia da Covid-19, molte imprese e le pubbliche amministrazioni hanno potuto garantire il proseguimento delle attività, consentendo ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni da casa. È stata una gigantesca operazione di massa che ha coinvolto 6,5 milioni di lavoratori nel giro di 3 mesi. Oggi possiamo fare tesoro di questa esperienza pensando a nuovi modelli organizzativi del lavoro: dalla trasformazione e innovazione degli spazi di lavoro pubblico, alle dotazioni informatiche portatili e tecnologie/sistemi informativi abilitanti del lavoro agile, fino alla gestione dei dati e all’archiviazione documenti”.
La pandemia, si legge nel documento, “ha rivoluzionato la vita di milioni di italiani sotto diversi profili, dal lavoro, alla scuola, alle stesse relazioni sociali. Le misure di contenimento del contagio adottate a partire dal mese di marzo 2020 hanno accelerato il ricorso a soluzioni organizzative di lavoro agile da parte delle imprese. Lo smart working è diventato parte integrante della nostra quotidianità: è ormai presente in quasi tutte le realtà aziendali e nella PA. Di conseguenza, il tema del lavoro agile si è imposto al centro del dibattito politico ed economico del Paese e in particolare nell’agenda del Governo e delle parti sociali“.
Il Position Paper, predisposto dal tavolo di lavoro “Smart Working” all’interno del Gdl “Skills per la Crescita di Impresa” dell’associazione, attraverso un monitoraggio sulla diffusione dello smart working in Italia analizza lo stato dell’arte della normativa e le sue possibili evoluzioni.
I contenuti del position paper
Il documento offre una visione d’insieme sull’esperienza dello smart working “d’emergenza” avviata durante la pandemia e alcuni spunti su temi e politiche da affrontare per rendere il futuro dell’organizzazione del lavoro più inclusivo.
Più nel dettaglio, vengono trattati i temi relativi alla regolazione “d’emergenza” del lavoro agile resa necessaria dalla crisi sanitaria, al ricorso da parte delle aziende allo Smart Working e all’impatto che lo strumento ha avuto sulla popolazione lavoratrice femminile.
Si delinea il quadro normativo in cui è inserita la materia del lavoro agile e l’impatto che i decreti emergenziali hanno avuto su di esso. Il Position Paper offre, inoltre, una ricognizione degli ultimi sviluppi normativi sul tema ponendo l’accento sulle sfide poste dalla transizione ad una nuova regolazione “ordinaria” del lavoro agile. Vengono inoltre riportati i risultati di un’indagine sull’utilizzo dello smart working nelle aziende Ict, che Anitec-Assinform ha voluto svolgere utilizzando come campione le proprie aziende associate.
Focus su cybersecurity e inclusione
Il documento evidenzia inoltre due tematiche che hanno fatto emergere criticità e problematiche non banali durante la crisi sanitaria: la cybersecurity e l’inclusione dei lavoratori con disabilità.
Il documento illustra alcune considerazioni sullo strumento e alcune proposte di policy relative all’investimento in tecnologia, in formazione e al supporto alle famiglie che utilizzano lo Smart Working.
L’esperienza dello Smart Working di massa durante le fasi più acute della pandemia si è rivelata essere un utilissimo esperimento su larga scala che ha permesso di individuarne punti di forza e di debolezza. Si aprono spazi di opportunità per un management basato sulla fiducia e su rapporti più orizzontali, per un ridimensionamento delle sedi aziendali e una migliore conciliazione vita-lavoro. “Allo stesso tempo – si legge nel documento -, se la “normalizzazione” del lavoro agile non fosse gestita adeguatamente rischierebbe di far affiorare criticità legate a dinamiche di alienazione/isolamento dei lavoratori, emarginazione di quelli fragili e sovraccarico delle lavoratrici dovuto alla sovrapposizione tra lavoro domestico e lavoro aziendale”.
Stimolo per i policy maker
“Attraverso il position paper Anitec-Assinform intende stimolare i policy makers sulle debolezze e le criticità del lavoro – dice Marco Gay -. E in questo senso, nel documento abbiamo indicato alcune direttrici di intervento che potrebbero migliorare la transizione dal lavoro agile d’emergenza sperimentato durante la pandemia al lavoro agile del futuro prossimo, già battezzato come “new normal” delle relazioni di lavoro. Pertanto, ci sembra prioritaria un’azione triplice che abbia come scopo lo stimolo dell’ammodernamento dei mezzi e delle dotazioni aziendali, il miglioramento del capitale umano attraverso la formazione del personale, una maggiore attenzione alle esigenze di bilanciamento vita-lavoro”.