STRATEGIE

Almaviva, bond da 350 milioni per promuovere il digitale made in Italy

Il prestito obbligazionario servirà ad alimentare i progetti di sviluppo nel nostro Paese e nel resto del mondo. Il valore della cedola è al 4,875% con scadenza nel 2026. Focus sul Pnrr. Il Cfo De Felice: “Buona risposta del mercato, la domanda ha superato di tre volte l’offerta”

Pubblicato il 03 Nov 2021

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Un bond da 350 milioni di euro per finanziare iniziative di espansione della compagine aziendale in Italia e nel mondo. E per dare un assist all’attuazione del Pnrr. Lo ha lanciato Almaviva, il gruppo italiano che vanta un network globale dell’Ict (Information and Communication Technology), composto da 18 società operanti in 67 sedi nel mondo, e che nell’ottobre scorso ha lanciato nel mercato un nuovo prestito obbligazionario per alimentare i propri progetti di sviluppo.

“L’operazione finanziaria straordinaria si inserisce nel percorso di crescita nazionale e internazionale dell’azienda e le consente così di espandere le attività. Una spinta alla crescita dettata anche dal particolare momento storico che ha visto una aumentata richiesta di digitalizzazione, accelerata dalla pandemia e diventata sempre più strategica, e dagli indirizzi del Next Generation EU che si riflettono sugli obiettivi del Pnrr definiti dal Governo – spiega Christian De Felice, Cfo di Almaviva – Come Gruppo italiano dedicato all’innovazione tecnologica abbiamo senz’altro un ruolo attivo e responsabile. Con questa operazione Almaviva affianca le istituzioni per sviluppare un asset cruciale per il Paese come l’Information Technology. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è una opportunità enorme di sviluppo per il sistema Italia e non faremo mancare il nostro contributo. A guidare le nostre scelte strategiche di impresa, legate a principi etici di ampio respiro e a una specifica identità valoriale, ci sono criteri ambientali, sociali e di governance che stanno alla base della nostra azione”.

L’operazione vede il coinvolgimento delle principali banche di affari italiane e straniere: da Goldman Sachs International a Bnp Paribas, da J.P. Morgan a Banca Akros. Anche Intesa Sanpaolo ha partecipato nella revolving credit facility, l’apertura di credito in conto corrente destinata al sostegno di eventuali esigenze di cassa, investimenti e acquisizioni.

“L’emissione del bond, a cui il mercato ha reagito molto bene – la domanda ha superato tre volte l’offerta e hanno sottoscritto l’obbligazione tutti i più importanti fondi di investimento – ha l’obiettivo di finanziare la crescita organica interna attraverso l’apertura di nuove sedi fuori dall’Italia per promuovere prodotti e servizi, nel Centro e Nord Europa, in Brasile e nel resto dell’America latina ed ha anche lo scopo di finanziare acquisizioni mirate di realtà che operano nell’ambito dell’Information Technology e della intelligenza artificiale – aggiunge De Felice – I settori nei quali vogliamo rafforzarci sono quelli dei trasporti, dei servizi finanziari, dell’assistenza sanitaria e della cybersecurity”.

Almaviva, dove lavorano 45mila persone di cui 10mila in Italia, intende diventare protagonista della digitalizzazione del paese nella prospettiva degli obiettivi indicati dal Next Generation Eu e della loro concreta ricaduta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo Draghi si è impegnato a realizzare.

E uno dei pilastri della strategia è il cloud nazionale. Almaviva ha presentato al ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao, una manifestazione di interesse insieme ad Aruba.  

La proposta di Almaviva e Aruba per il Polo Strategico Nazionale punta su una Green Cloud Factory con un’elevata capillarità di presenza territoriale e fa leva sull’approccio di security and privacy by design. Le due aziende annunciano la disponibilità di 4 Data Center campus collocati in diverse Regioni “per consentire l’accelerazione della fase di setup e una velocità di migrazione superiore agli obiettivi prefissati dal governo”, spiegano in una nota.  Sul fronte security saranno garantiti “adeguati livelli di crittografia e gestione delle chiavi esterne alle diverse piattaforme”. Per portare avanti il Piano sono previsti, inoltre, accordi tecnologici coi principali cloud provider già attivi e certificati dalla PA, in ottica multi-cloud, per consentire l’accesso alle migliori soluzioni del settore senza rischio di lock-in.

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