LA RIORGANIZZAZIONE

Toshiba, è ufficiale: via allo scorporo in tre società distinte

Confermate le indiscrezioni sullo spezzatino del colosso nipponico, che separa infrastrutture e device dal resto delle attività. Il gruppo punta a tornare alla redditività con una gestione più trasparente, ma il piano non convince alcuni azionisti. E anche gli analisti sono scettici

Pubblicato il 12 Nov 2021

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Dopo le indiscrezioni riportate da Nikkei nei giorni scorsi, arriva la conferma ufficiale: Toshiba si scorpora in tre aziende diverse. Una riorganizzazione che ha l’obiettivo di riportare il colosso giapponese alla crescita e alla redditività, focalizzando ciascuna delle attività, che spaziano tra settori estremamente disparati, e rispondendo alle richieste degli azionisti, che premono perché il top management definisca una strategia più mirata e trasparente.

Nello specifico, il piano prevede la suddivisione in tre società indipendenti attraverso lo scorporo di due attività principali: quella energetica e infrastrutturale, che diverrà Infrastructure Service Co, e quella dedicata a dispositivi e storage, che prenderà il nome di Device Co. Dopo lo scorporo delle due società, la holding Toshiba continuerà a possedere la sua quota del 40,6% nel produttore di chip di memoria Kioxia.

“Lo scorporo”, si legge in una nota, “creerà due società distinte con caratteristiche di business uniche che guideranno i rispettivi settori nella realizzazione della carbon neutrality e della resilienza delle infrastrutture e nel supportare l’evoluzione dell’infrastruttura sociale e It. La separazione consente a ciascuna azienda di aumentare significativamente la propria attenzione e di facilitare un processo decisionale più agile con strutture di costo più snelle. Pertanto, entrambe le società saranno in una posizione molto migliore per capitalizzare sulle loro distinte posizioni di mercato, priorità e driver di crescita per fornire una crescita redditizia sostenibile e un maggiore valore per gli azionisti. Allo stesso tempo, Toshiba intende monetizzare le azioni di Kioxia massimizzando il valore per gli azionisti e restituire integralmente i proventi netti agli azionisti non appena possibile, nella misura in cui ciò non interferisca con l’attuazione regolare della scissione prevista”.

Un piano che non convince tutti

Il piano – nato da una revisione strategica di cinque mesi intrapresa dopo uno scandalo legato alla corporate governance – è in parte finalizzato a incoraggiare gli azionisti attivisti a uscire, hanno affermato fonti con conoscenza della questione citate da Reuters. Venerdì scorso, Toshiba ha pubblicato un rapporto commissionato separatamente che ha rilevato che i dirigenti, incluso il suo ex Ceo, si erano comportati in modo non etico anche se non illegale, concludendo che il gruppo dipendeva eccessivamente dal ministero del Commercio, aggiungendo che i problemi erano causati anche dalla sua “eccessiva cautela nei confronti dei fondi di investimento esteri” e dalla “mancanza di volontà di sviluppare un solido rapporto con loro”.

Lo spezzatino sarebbe in contrasto con le richieste di alcuni azionisti, ma il comitato di revisione strategica ha affermato che l’opzione ha sollevato anche preoccupazioni rispetto al suo impatto sugli affari e sulla conservazione del personale.

Le società di private equity hanno anche espresso preoccupazione per il completamento di un accordo a causa del possibile conflitto con la legge sulla sicurezza nazionale del Giappone e della potenziale opposizione dei regolatori anti-trust, hanno aggiunto gli informatori di Reuters.

L’amministratore delegato ad interim Satoshi Tsunakawa ha affermato che Toshiba avrebbe scelto comunque l’opzione di dividersi indipendentemente dalla presenza di azionisti attivisti e che il ministero del commercio giapponese non ha espresso obiezioni al piano.

La prospettiva per il futuro

“Negli oltre 140 anni di storia, Toshiba si è costantemente evoluta per rimanere al passo con i tempi. L’annuncio di oggi non è diverso. Al fine di migliorare il nostro posizionamento competitivo, ogni azienda ha ora bisogno di una maggiore flessibilità per affrontare le proprie opportunità e sfide di mercato”, ha dichiarato in una nota Tsunakawa. “Siamo convinti che la separazione aziendale sia attraente e avvincente: sbloccherà un valore immenso rimuovendo la complessità, consentirà alle aziende di avere una gestione molto più mirata, facilitando un processo decisionale agile e la separazione naturalmente migliorerà le scelte per gli azionisti. Il nostro consiglio di amministrazione e il team di gestione credono fermamente che questa riorganizzazione strategica sia il passo giusto per una crescita redditizia sostenibile di ogni attività e il percorso migliore per creare valore aggiuntivo per i nostri stakeholder”.

Come detto, alcuni investitori di Toshiba non sono convinti che uno spezzatino creerebbe valore, hanno affermato fonti degli azionisti prima di un annuncio formale del piano. “Ha senso dividere se la valutazione di un gruppo altamente competitivo è ostacolata da altre aziende”, ha affermato Fumio Matsumoto, chief strategist di Okasan Securities, parlando con Reuters. “Ma se non esiste un’attività del genere, la rottura crea solo tre società di medie dimensioni poco brillanti”.

Toshiba spera di completare la riorganizzazione entro la seconda metà dell’anno finanziario 2023 e ha affermato che mira a restituire circa 100 miliardi di yen (875 milioni di dollari) agli azionisti nei prossimi due esercizi finanziari.

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