«Proporre meri prodotti cloud non differenzia più. La differenza sta nell’essere diventati da fornitori di virtualizzazione a propositori di soluzioni informatiche che si appoggiano su livelli di logica al di sopra dell’infrastruttura fisica. È quello che abbiamo chiamato software defined datacenter», spiega Maurizio Carli, un manager italiano che lavora a Londra come general manager Emea di VMware.
In che cosa si differenzia un datacenter “logico” dai normali datacenter in cloud?
Si differenzia per il fatto che consente una drastica riduzione dei costi complessivi dell’informatica e non solo dello storage. E questo non è poco quando da un quinquennio che la parola d’ordine numero uno delle aziende è la riduzione dei costi. Le nostre soluzioni, proprio perché basate su software piuttosto che su hardware, consentono molto più di altre di fare risparmiare alle aziende spazi, condizionamento, energia, server, manutenzione e così via.
Non mi dica che è solo un vantaggio di costi.
No, ma si tratta di un vantaggio molto importante, viste le problematiche di cash flow che assillano le aziende. Tuttavia, proprio in tempi di crisi non basta ridurre i costi per recuperare competitività. Vanno cambiati anche i processi. L’infrastruttura IT deve saper accompagnare l’innovazione, l’agilità, la flessibilità, il time to market delle aziende. Quando parliamo di soluzioni “logiche” intendiamo proprio questo: rendere più facile e più produttivo, in ambienti cloud, l’automazione e il management dell’informatica. Ad esempio, le applicazioni tradizionali richiedono settimane, a volte mesi per essere implementate. Se interveniamo con strumenti come il software defined datacenter possiamo raggiungere gli stessi risultati in ore, se non addirittura in minuti in un prossimo futuro. Si tratta di un forte risparmio di tempi ma anche di risorse interne che possono essere impegnate in modo più produttivo.
Faccia qualche esempio.
Uno, che riguarda proprio l’Italia. Hertz ha uffici piccoli e sparsi un po’ ovunque. Ma la domanda di noleggio è molto variabile, addirittura stagionale, in particolare nelle località turistiche. Abbiamo consolidato il loro datacenter a livello centrale, virtualizzando i desktop delle varie sedi. Il risultato è stato un sensibile taglio dei costi, ma anche una maggiore agilità nello smistamento del parco macchine così da far fronte con maggiore flessibilità ed efficacia alle esigenze dei clienti.
L’Italia è un Paese di Pmi.
Intanto, non mancano le grandi aziende dove la nostra presenza è molto significativa: quasi tutte le società del Mib30 sono nostre clienti. Non offriamo soluzioni verticali ma prodotti che si adattano bene ai più diversi settori e possono tranquillamente essere adottati anche dalle aziende di minore dimensione tra cui, del resto, contiamo anche in Italia numerosi clienti. Non le raggiungiamo direttamente, ma attraverso nostri distributori: due o tre per Paese. Si affiancano ai nostri partner globali come Ibm, Hp, Dell, Emc, Cisco. Una distribuzione fra grandi clienti e medio-piccoli simile all’Italia la osserviamo anche in Europa, dove il nostro fatturato viene per metà dall’enterprise e per metà dal general business.
L’Italia soffre la crisi più di altri.
È vero, non VMwarer. Nel mercato italiano siamo in crescita così come in Europa. Certo, non siamo in un contesto facile, Non aiuta l’incertezza politica ed economica che frena o ritarda le decisioni di investimento delle aziende che operano sul mercato italiano.
Da dove avete le maggiori soddisfazioni in Europa?
La Russia cresce molto ed abbiamo grandi aspettative per il prossimo futuro. Si tratta di un mercato ancora vergine per soluzioni cloud come le nostre. La Russia è un mercato esplosivo.
E a livello globale?
Cresciamo anche a livello mondo. Nel 2011 abbiamo fatturato globalmente 3,8 miliardi di dollari. A fine anno saremo a 4,5 miliardi. Abbiamo una capitalizzazione di Borsa paragonabile a quella di Telecom Italia e Fiat assieme. Quello del cloud logico è un processo irreversibile. In passato, per le loro esigenze di energia le industrie si costruivano e gestivano le centrali elettriche in proprio. Adesso comprano l’energia che gli serve sul mercato. Succederà lo stesso anche per l’informatica.
L'INTERVISTA
Carli (VMware): “È l’ora del cloud logico”
Parla il general manager Emea: “Dare più flessibilità alla nuvola per tagliare drasticamente i costi dell’informatica”
Pubblicato il 19 Ott 2012
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