SCENARI

Sanità digitale, Ricciardi: “Italia in ritardo, dal Pnrr la svolta”

Il professore di Igiene all’Università Cattolica e consulente del ministro Speranza: “Il Paese è indietro rispetto all’Europa. Dobbiamo migliorare sul fronte dell’interoperabilità, Fse progetto chiave”

Pubblicato il 17 Nov 2021

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Dal Pnrr spinta alla sanità digitale. “Sulla sanità digitale ci sono finanziamenti ad hoc nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Su questo fronte l’Italia è ancora più indietro rispetto ad altri Paesi che sono già in ritardo. Dobbiamo migliorare dal punto di vista delle tecnologie e soprattutto dobbiamo migliorare sul fronte dell’interoperabilità tra regioni: abbiamo 21 sistemi che non comunicano fra loro”.

Così Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica, a margine dell’evento “Innovare e investire in Sanità”, organizzato a Roma da The European- House Ambrosetti, in merito a uno dei temi su cui si concentra il nuovo Rapporto Meridiano Sanità, ovvero la necessità di implementare l’utilizzo di telemedicina e del fascicolo sanitario elettronico. A questo si unisce il fatto “che gli operatori sanitari devono iniziare a imparare a utilizzare questi strumenti tecnologici, fare uno sforzo ora per avere un beneficio in prospettiva”. Anche rispetto all’assistenza territoriale, ha proseguito, ci sono tante iniziative e finanziamenti nel Pnrr, ci saranno finanziamenti ospedalieri, case di comunità, assistenza domiciliare. “Queste sono però indicazioni, per realizzarle c’è bisogno, non solo di risorse, ma della capacità decisionale dello Stato e, soprattutto, delle regioni”.

Pnrr e sanità digitale

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella Missione 6, prevede 7 miliardi per lo sviluppo delle Reti di prossimità, strutture e Telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e 8,63 miliardi per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, con focus particolare sul Fascicolo Sanitario Elettronico.

Due i pilastri della Missione 6:

  1. Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. “Gli interventi di questa componente intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari”
  2. Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale (Ssn). “Le misure incluse in questa componente consentiranno il rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) attraverso più efficaci sistemi informativi. Rilevanti risorse sono destinate anche alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del Ssn anche mediante il potenziamento della formazione del personale”.

Tra le priorità del governo espresse nel Pnrr particolare attenzione è mostrata per la data governance con la conseguente valorizzazione delle informazioni: la raccolta e l’analisi dei dati sul paziente rappresenta  infatti uno degli strumenti fondamentali per garantire la programmazione e la sorveglianza sanitaria.

Sono previste risorse pari a  1,67 miliardi per il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati.

Progetto chiave è il Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) del Ministero della Salute. In particolare, oltre al potenziamento dell’infrastruttura per la raccolta dei dati, si prevede anche lo sviluppo di “strumenti di analisi avanzata per studiare fenomeni complessi e scenari predittivi al fine di migliorare la capacità di programmare i servizi sanitari e rilevare malattie emergenti”.

Uno degli strumenti fondamentali per la raccolta dei dati è Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), attivo in tutte le Regioni italiani ma ancora poco usato dalla popolazione, Secondo i dati

Della Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, solo il 38% della popolazione abbia sentito parlare del Fse e che addirittura solo il 12% lo ha utilizzato. La scarsa conoscenza dello strumento è proprio il motivo principale del suo scarso utilizzo. Meno rilevante, invece, la barriera legata alle credenziali per effettuare l’accesso.

Ecco perché il Pnnr dedica un punto specifico al Fascicolo con uno stanziamento di 1,38 miliardi che servirà – si legge nel piano – al “potenziamento del Fse al fine di garantirne la diffusione, l’omogeneità e l’accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte degli assistiti e operatori sanitari”.

Per la telemedicina, alla ribalta della cronaca soprattutto in questi tempi di pandemia, il Pnrr prevede  7 miliardi di euro per la componente dedicata alle Reti di prossimità, strutture e Telemedicina e di questi, in particolare, 1 miliardo di euro è dedicato specificatamente alla Telemedicina.

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