Sarà nominato nel Cdm di questa settimana il direttore della neonata Agenzia per l’Italia digitale. La nomina, come stabilito in un comma inserito all’ultimo minuto nel decreto Crescita 2.0, non sarà sottoposto alla pratica dello spoil system ovvero la nomina non decadrà con la fine della legislatura così come previsto per tutte le nomine governative effettuate dopo il 30 settembre 2012. In questi giorni il governo sta incontrando i candidati. A quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, l’esecutivo sarebbe intenzionato a nominare una donna proveniente dalla pubblica amministrazione e di lunga esperienza oppure Stefano Parisi, che torna dunque in pole position. “Il pressing del governo sul numero uno di Confindustria digitale spiegherebbe la scelta di inserire in zona cesarini il comma anti-spoil system”, fanno sapere dall’Agenzia per l’Italia digitale.
Si profila all’orizzonte una nome “forte” – e non come ipotizzato nei mesi scorsi di un direttore pro-tempore – in grado di rendere operative le norme dell’Agenda digitale e di sovrintendere la governance dell’IT pubblico con la riorganizzazione degli enti (DigitPA e Agenzia per l’Innovazione).
La scelta sarà fatta dal premier Mario Monti sentiti i ministri Passera, Profumo e Patroni Griffi. Sono circa 200 le candidature arrivate al governo per la selezione del direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. Tra i curricula ci sono ufficialmente quelli di Salvo Mizzi, manager di Telecom Italia alla guida dell’iniziativa Working Capital, Alfonso Fuggetta docente del Politecnico di Milano e ad di Cefriel, Agostino Ragosa, cio di Poste Italiane, Cristiano Radaelli, presidente di Anitec. Risultano inoltre arrivate le candidature di Roberto Scano, consulente informatico e presidente di Iwa Italy, Massimo Melica avvocato specializzato in digital law, Giuseppe Attardi, professore ordinario presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, Angelo Raffaele Meo docente del Politecnico di Torino, Francesco Maria Rietti, informatico, Roberto Pesce, ad di NextiraOne, Flavia Marzano, docente all’Università di Roma Sapienza e fondatrice degli Stati Generali dell’Innovazione e Roberto Antonio Di Marco, ingegnere.
Ma sulla nomina pende il rischio ricorso amministrativo a causa dell’indirizzo Pec errato inserito nel bando pubblicato in Gazzetta Ufficiale: i candidati che hanno inviato il proprio cv all’indirizzo errato, senza aver consultato quello esatto riportato sui siti dei ministeri, hanno in mano le armi per fare ricorso al Tar per vizio di procedura.