Vedere una propria idea trasformarsi in un oggetto concreto? A Reggio Emilia è possibile. Il 27 ottobre inaugura infatti allo Spazio Gerra – nel cuore del centro storico- il primo “Fablab” dell’Emilia-Romagna che si aggiunge, in Italia, alle realtà di Milano e Torino. Si tratta di fatto di un vero e proprio laboratorio a metà tra l’artigianale e l’avvenieristico dove, grazie ad una stampante 3D di ultima generazione, i progetti in formato digitale si trasformano in oggetti tangibili.
Il progetto è uno start up di impresa promosso da “Reggio Emilia Innovazione” nell’ambito del progetto Area Nord su idea dell’architetto reggiano Francesco Bombardi. Nell’iniziativa sono coinvolti anche il dipartimento di Ingegneria dell’università, il Comune, e l’associazione Industriali, attraverso il proprio “Club” digitale.
Il laboratorio, per ora collocato allo spazio Gerra, dovrebbe in seguito essere trasferito al Tecnopolo dell’Area nord, quando i lavori della struttura saranno conclusi (entro l’anno prossimo il tempo stimato). Ma non è detto, spiegano i promotori, che se l’iniziativa prenderà piede generando anche un ritorno economico, nel Tecnopolo verra installato un secondo laboratorio con apparecchiature ancora più sofisticate. I possibili “clienti” del nuovo centro dedicato alla creatività e all’innovazione sono dunque in primo luogo le imprese, ma anche le istituzioni educative e i semplici cittadini.
“Come sistema delle aziende digitali – spiega il presidente del Club digitale degli Industriali, Luca Torri – siamo molto interessati a questa iniziativa che potrebbe generare nuovi prototipi industriali di prodotti o progetti. Ma anche perche’ non troviamo le risorse che vengano a lavorare nelle nostre aziende. Abbiamo bisogno che le persone, dopo essersi formate, restino qui e che nascano nuove aziende. Indubbiamente il laboratorio accresce l’attrattività”.
Per quanto riguarda il sistema educativo, una delle competenze distintive di Reggio, è un campo potenzialmente sconfinato quello della realizzazione di oggetti nell’ambito delle teorie della didattica. Infine il laboratorio vuole configurarsi come un luogo ‘aperto’ dove- dietro compenso- anche un semplice cittadino puo’ provare a concretizzare una sua idea.
Benedice il progetto, costato circa 30 mila euro, anche il direttore del dipartimento di Scienze e Metodi dell’ingegneria dell’università di Modena e Reggio Eugenio Dragoni, per cui “il laboratorio avrà una funzione centrale nel completare il percorso di formazione didattica sulla progettazione dei nostri studenti”. La creatività quindi diventa una componente “strutturale” di Reggio Emilia. In questi termini ne hanno parlato gli assessori comunali ai Progetti Speciali (Mimmo Spadoni) e Università (Giovanni Catellani). Sempre in tema di innovazione, il Comune di Reggio parteciperà infine a due bandi indetti, rispettivamente, da Regione e Miur.