IL REPORT

Il boom dell’open insurance: in tre anni +426% di aziende attive nel campo

I dati dell’Italian Insurtech Association: cresce il numero e il giro d’affari delle aziende non assicurative che vendono assicurazioni. In primo piano telco, banche digitali, utilities, operatori travel e di e-commerce

Pubblicato il 26 Nov 2021

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Creare nuovi prodotti assicurativi sempre più integrati nei diversi ecosistemi: è questo il principio su cui si basa il modello dell’Open insurtech, che si sta dimostrando come uno dei principali driver di crescita per il comparto assicurativo. Al centro di questo nuovo approccio c’è l’interoperabilità tra i player assicurativi e le aziende che operano in settori diversi, come le telco, le banche digitali, le utilities, gli operatori travel e i player dell’e-commerce, oltre che i fornitori di tecnologie e le big tech. Un’interoperabilità che è tecnicamente resa possibile dalle cosiddette Api, le Application programming interface.

A testimoniare il boom che il settore sta sperimentando nell’ultimo periodo ci sono i dati pubblicati dall’Italian Insurtech Association, secondo cui il modello Open Insurance nel primo semestre 2021 le aziende non assicurative che vendono anche assicurazioni sono cresciute, in numero, del 426% rispetto ai dati deli primi sei mesi del 2018. A giugno di tre anni fa, infatti, erano state censite 23 aziende non strettamente insurance che avevano venduto nei 12 mesi precedenti polizze a 219.000 utenti singoli assicurati, mentre a giugno di quest’anno i player non assicurativi hanno superato quota 120 per un totale di 811.000 singole persone assicurate e si prevede che entro il 2025 saranno 10 volte tanto. Concentrando l’attenzione sull’Europa, questo mercato conta oltre mille aziende che offrono 256 tra servizi finanziari e assicurativi, che hanno un peso sul totale dei servizi assicurativi e finanziari pari al 41%.

“La condivisione di dati tra assicuratori, banche e soggetti esterni, che grazie alla loro capacità di estrarre dati da connected device e altre fonti, permette di formulare un’offerta sempre più personalizzata di polizze – spiega l’associazione in una nota – sulla base delle reali abitudine ed esigente dell’utente. Un trend che caratterizzerà sempre più il settore assicurativo in futuro rappresentando un’importante leva per allargare il bacino di utenza e il valore complessivo dei premi”.

Un ruolo fondamentale è svolto in questo ambito dalle big tech come Amazon, Google e Facebook, che sono già attive nell’ambito finanziario con sistemi di pagamento e servizi per il credito e che presto potrebbero sbarcare in forze anche nell’insurance, sfruttando al meglio dati e algoritmi che consentono di conoscere nel dettaglio preferenze e comportamenti dei consumatori per arrivare a proporre polizze “taylor made” ai singoli. Con il risultato di rendere il settore più competitivo, ma anche di allargare a un target più ampio l’acquisto di polizze assicurative e di favorire lo sviluppo di nuovi prodotti per raggiungere nuovi utenti oggi esclusi dai canali tradizionali.

In questo quadro un ruolo sempre più rilevante è quello che stanno acquisendo le cosiddette “polizze embedded”, cioè le coperture assicurative come servizio aggiuntivo assieme all’acquisto di un prodotto o servizio, dalle polizze acquistate insieme al monopattino elettrico o alla bici, fino alla copertura sanitaria nel momento in cui si  prenota un viaggio o la polizza venduta assieme allo sky pass. Secondo i dati di Italian Insurtech Association il mercato dell’embendeed insurance varrà nei prossimi 10 anni fino al 20% del valore del mercato assicurativo totale, per un mercato potenziale tra i 3 e i 5 miliardi di Euro soltanto in Italia. Come valore aggiunto a questi numeri c’è ilnoltre il fatto che il 70% dei premi raccolti in modalità  embedded riguarda clienti che non erano assicurati per determinate tipologie di rischi.

Tra i mercati principali che a livello globale hanno applicato l’embedded insurance spiccano l’e-commerce B2C, per un giro d’affari da 39,4 miliardi di Euro (con un +18%  nel 2021 rispetto al 2020), l’e-commerce B2B, con 406 milioni  di Euro e un +14% nel 2021 rispetto al 2019, e i settori business software, telco e utilities, che nel 2019 hanno raccolto rispettivamente 16, 27 e 42 miliardi di euro.

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