Consentire alle parti di comunicare elettronicamente con le autorità competenti o di avviare procedimenti giudiziari contro una parte di un altro Stato membro. È uno degli obiettivi dell’iniziativa adottata dalla Commissione europea per la digitalizzazione dei sistemi giudiziari della Ue.
Tra gli altri punti proposti nel pacchetto legislativo, quello di consentire l’uso delle videoconferenze nelle udienze in ambito civile, commerciale e penale, che si tradurrà in procedimenti più rapidi e in meno viaggi. Infine, garantire la possibilità di trasferimento digitale di richieste, documenti e dati tra le autorità e i tribunali nazionali. Bruxelles punta anche ad uno scambio di informazioni digitali nei casi di terrorismo, modernizzando i canali obsoleti usati fino ad ora da Eurojust.
“Sistemi giudiziari efficaci e di qualità richiedono strumenti efficaci – spiega il commissario per la Giustizia, Didier Reynders – Abbiamo già molti strumenti per facilitare la cooperazione giudiziaria transfrontaliera dell’Ue ma non tutti sono aggiornati e abbiamo urgente bisogno di modernizzarli”.
Secondo la vice presidente Ue per i Valori e la Trasparenza, Vera Jourova, le proposte odierne “aiuteranno i pubblici ministeri e i giudici a cooperare più rapidamente e più efficacemente”.
“Il crimine non si ferma alle frontiere, nemmeno la giustizia – sottolinea Jouriva – Dobbiamo utilizzare al meglio le tecnologie digitali per fornire alle autorità giudiziarie, cittadini e imprese mezzi di scambio di informazioni rapidi e sicuri. Questa è la chiave per un accesso più facile e veloce alla giustizia”.
La digitalizzazione della giustizia è uno dei processi chiavi della ripartenza post Covid: nel quadro dei piani di ripresa e resilienza, gli Stati membri si sono impegnati a investire 1,6 miliardi di euro da qui al 2026.
“Ora bisogna passare a un livello superiore, creando e moltiplicando gli strumenti digitali e transfrontalieri per rafforzare la giustizia europea”, aggiunge Reynders.
Il pacchetto nel dettaglio
“L’obiettivo principale delle misure – spiega l’esecutivo Ue in una nota – è rendere i canali di comunicazione digitale il canale predefinito nei casi giudiziari transfrontalieri, traducendo così in azione una delle priorità enunciate nella comunicazione dello scorso anno sulla digitalizzazione della giustizia. Il passaggio delle comunicazioni, ancora oggi esclusivamente cartacee, al canale elettronico non solo avrebbe un impatto ambientale positivo, ma risparmierebbe anche tempo, oltre a circa 25 milioni di euro all’anno in tutta l’Ue in spese postali e costi cartacei.
“Nel mercato interno dell’Ue odierno, molte controversie legali tra cittadini e imprese si svolgono a livello transfrontaliero. Inoltre, per combattere più efficacemente la criminalità transfrontaliera, i diversi Stati membri e sistemi giudiziari devono lavorare fianco a fianco. Le autorità investigative e i tribunali di diversi Stati membri devono cooperare e sostenersi a vicenda nelle indagini e nel perseguimento dei reati e scambiare informazioni e prove in modo sicuro e rapido – scrive la Commissione – Le proposte sulla digitalizzazione della cooperazione giudiziaria transfrontaliera dell’Ue e l’accesso alla giustizia in materia civile, commerciale e penale affronteranno due problemi principali: le inefficienze che incidono sulla cooperazione giudiziaria transfrontaliera e gli ostacoli all’accesso alla giustizia in materia civile, commerciale e penale transfrontaliera casi.
Il presente regolamento mira a:
- Consentire alle parti di comunicare elettronicamente con le autorità competenti o di avviare procedimenti legali contro una parte di un altro Stato membro.
- Consentire l’uso della videoconferenza nelle udienze orali in materia civile, commerciale e penale transfrontaliera, che si tradurrà in procedimenti più rapidi e meno viaggi.
- Garantire la possibilità di trasferimento digitale di richieste, documenti e dati tra autorità nazionali e tribunali.
Scambio di info digitali nei casi di terrorismo
Ci saranno due proposte per combattere efficacemente il terrorismo e altre forme gravi di criminalità transfrontaliera. Attualmente gli Stati membri inviano informazioni su casi giudiziari relativi al terrorismo a Eurojust tramite vari canali, spesso non sicuri, ad esempio tramite e-mail o Cd-rom. Inoltre, Eurojust dispone di un sistema informativo obsoleto, che non è in grado di effettuare un corretto controllo incrociato delle informazioni. L’obiettivo dell’iniziativa è modernizzare queste pratiche.
Il regolamento intende:
- Digitalizzare la comunicazione tra Eurojust e le autorità degli Stati membri e fornire canali di comunicazione sicuri.
- Consentire a Eurojust di identificare efficacemente i collegamenti tra casi di terrorismo transfrontaliero precedenti e in corso e altre forme di gravi crimini transfrontalieri. Sulla base dell’individuazione di tali collegamenti, gli Stati membri saranno in grado di coordinare le proprie misure di indagine e le risposte giudiziarie.
- Sviluppo della piattaforma di collaborazione per squadre investigative comuni (Jit).
Questa è una proposta per stabilire una piattaforma di collaborazione per le squadre investigative comuni (Jit), istituite per specifiche indagini penali da parte di due o più Stati. Sebbene queste squadre abbiano dimostrato di avere successo, la pratica mostra che devono affrontare diverse difficoltà tecniche.
“Gli scambi sono attualmente eccessivamente lenti e onerosi- evidenzia Bruxelles – Una piattaforma informatica dedicata consentirebbe alle Sic di condividere più facilmente informazioni e prove e di comunicare tra loro in modo più sicuro in modo da poter gestire congiuntamente le proprie operazioni.