Zte, quarto produttore mondiale di telefonini e quinto vendor di apparati di rete, ha chiuso il terzo trimestre con perdite nette per 310 milioni di dollari, a fronte di utili per 47,7 milioni di dollari. nello stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta del primo trimestre in rosso registrato dal produttore cinese, che ha registrato inoltre una contrazione dei margini, dovuta al ritardo di diversi progetti in Europa e Asia.
L’azienda di Shenzen aveva lanciato un profit warning il 15 ottobre, precisando che le perdite si sarebbero assestate a 2 miliardi di yuan (317 milioni di dollari), otto volte di più rispetto agli utili registrati nel primo semestre dell’anno. Per contenere le perdite, l’azienda ha deciso di tagliare del 50% lo stipendio di tutti dirigenti. Nel frattempo l’agenzia di rating Fitch ha lanciato un warning sui conti di Zte.
“Le cose dovrebbero migliorare d’ora in poi, in termini di profittabilità e di margini. Bisognerà vedere sel il business delle reti riprenderà quota oltre oceano”, ha detto alla Reuters Michael Li, analista di Eybright Securities a Hong Kong.
Zte insieme a Huawei è finite nel mirino di un report del Congresso Usa, con l’accusa di spionaggio industriale e potenziale minaccia per la sicurezza anazionale. Zte e Huawei hanno entrambe respinto al mittente le accuse del Congresso Usa, ma il loro business americano è stato fortemente danneggiato.
Zte conta 87mila dipendenti a livello globale e genera più della metà dei sui ricavi fuori dal mercato domestico. L’azienda ha da poco ceduto il ramo d’azienda Special Equpment, specializzato in sistemi di sorveglianza destinati ad agenzie governative.
Dall’inzio dell’anno il titolo Zte ha ceduto sul terreno più della metà del suo valore. Il market value dell’azienda è scivolato a 5 miliardi di dollari.
Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, l’azienda sarebbe pronta a dare una sforbiciata alle sue attività italiane.