Completamento entro il 2023 di tutti gli interventi in banda ultralarga nei Comuni delle aree bianche, spinta alle aree nere ed estensione della copertura Vhcn (Very High Capacity Network) anche alle aree grigie – prevista la partecipazione a tutti i bandi pubblici di Italia a 1 Giga – per un totale di circa 24 milioni di unità immobiliari coperte dalle nuove reti dagli oltre 13 milioni e a supporto della crescita della base clienti, in coerenza con il target di piano che prevede il raggiungimento dell’obiettivo di take up al 50%. Questa la roadmap del nuovo piano industriale di Open Fiber, un piano che prevede nuovi investimenti per circa 11 miliardi fra il 2022 e il 2031 (che portando dunque a 15 miliardi gli investimenti complessivi dalla nascita dell’azienda).
“In pochi anni Open Fiber è passata dalla fase di start-up a un ruolo di leader in Italia ed Europa nello sviluppo di reti interamente in fibra ottica. Con il forte sostegno degli azionisti e solide partnership con i principali operatori, siamo pronti a completare la copertura di città, piccoli comuni e aree industriali, offrendo un contributo decisivo agli obiettivi del Piano Italia 1 Giga per la riduzione del divario digitale del nostro Paese”, commenta il neo amministratore delegato Mario Rossetti – la presidenza è stata affidata a Barbara Marinali e Franco Bassanini assume l’incarico di senior advisor.
Gli investimenti saranno coperti dall’estensione del financing a 7,2 miliardi di euro, dall’equity e dalla generazione di cassa, con flessibilità per ulteriori 2,8 mld di linee di credito per la copertura delle aree grigie commerciali, sulla base degli esiti dei bandi pubblici. A fine piano si prevede una marginalità superiore al 75%, con oltre 2 miliardi di euro di ricavi. Il break even (Ebitda al netto degli investimenti) è previsto al 2026. “L’operazione ha lo scopo di supportare gli ulteriori investimenti del Piano Industriale e rifinanziare il Project Financing precedente di 4,1 miliardi di euro, migliorandone le condizioni applicate ed estendendone la durata al 2028. Il finanziamento, che sarà finalizzato prima della fine dell’anno, è il più grande mai realizzato in Emea per investimenti in reti di telecomunicazioni”, spiega l’azienda in una nota in cui si puntualizza che l’ampiezza di risorse finanziarie disponibili sulla base dell’accordo con le banche “consente di accelerare e raggiungere tutti gli obiettivi del vecchio piano, quindi di partecipare a tutte le gare previste nell’ambito del Pnrr per le aree grigie, e di poter pianificare le ulteriori coperture da realizzare nelle aree grigie di mercato”. L’accordo di finanziamento con Banco Bpm, Banco Santander, Bnp Paribas, Crédit Agricole, Ing Bank, Intesa, Société Générale, Unicredit, che agiranno in qualità di Global Coordinators Bookrunners, Mandate Lead Arrangers.
La commercializzazione dei servizi di connettività sulla rete realizzata da Open Fiber è attiva in 190 città di grandi e medie dimensioni e in oltre 3.000 piccoli comuni. Sono più di 200 gli operatori, nazionali e internazionali, che hanno stretto accordi commerciali con Open Fiber per l’utilizzo della sua rete.
Intanto sbarca a Roma il Fondo australiano Macquaire in quota Open Fiber con il 40% a seguito dell’uscita di scena di Enel (il restante 60% è in capo a Cassa depositi e prestiti: a guidare la filiale nazionale Roberto Sambuco, attualmente partner di Vitale & co, con l’incarico di senior managing director di Macquaire Capital la società a cui fa capo anche Mira il veicolo con cui il fondo australiano ha fatto il suo ingresso in Open Fiber.