IL DOCUMENTO

Pnrr, il “Recovery plan” del Centro economia digitale: banda ultralarga e cloud pilastri dell’execution

Rafforzamento della collaborazione pubblico-privata, sviluppo di un modello di filiera e spinta alle competenze fra le priorità indicate nel corposo paper in cui vengono sottoposte al Governo Draghi una serie di azioni concrete da mettere a terra. Il presidente Cerra: “Spingere la ripresa economica non deve essere l’unico obiettivo. È l’occasione per trasformare il Paese”

Pubblicato il 16 Dic 2021

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Inserimento organico del Pnrr in una visione complessiva dell’Italia al 2030, rafforzamento della collaborazione tra settore pubblico e privato, sviluppo di un modello di filiera in cui la transizione delle Pmi sia trainata anche dalle grandi aziende leader: queste le tre direttrici che il Centro Economia Digitale (Ced) individua come prioritarie per usare al meglio i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le proposte sono state messe nero su bianco nel corposo documento da quasi 100 pagine “Next Generation Italia – Execution”  (SCARICA QUI IL DOCUMENTO) presentato nei giorni scorsi alla Segreteria Tecnica del Pnrr.

Il documento, preso in esame dal ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e da altri vertici istituzionali, è stato realizzato con il sostegno e il contribuito di idee e proposte di Enel, Eni, I Capital, Leonardo, Open Fiber, Tim e Tinexta “per individuare le priorità e proporre soluzioni in grado di segnare un discrimine tra un uso proficuo e lungimirante delle risorse del Pnrr e il rischio di fare i conti in futuro con un’occasione mancata”, sottolinea il Ced puntualizzando che Paesi come Francia e Regno Unito hanno già lanciato importanti iniziative in questa direzione, che l’Italia potrebbe rapidamente e proficuamente intraprendere, specie in alcuni settori altamente strategici.

“L’obiettivo del Pnrr non può e non deve essere solo quello di spingere la ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica – spiega il fondatore e presidente del Ced, Rosario Cerra – ma l’occasione per trasformare il Paese e il suo sistema produttivo per affrontare le sfide che avremo di fronte nei prossimi decenni. L’approvazione del Pnrr, infatti, sancisce non solo la disponibilità di ingenti risorse finanziare per il rilancio dell’economia, ma, soprattutto, un’occasione storica per realizzare un cambiamento strutturale fondato sulla capacità trasformativa dell’innovazione e della diffusione delle tecnologie digitali. Queste possono, in particolare, svolgere un ruolo cruciale per facilitare il passaggio da un modello produttivo basato sulla competitività di costo a uno basato sulla competitività tecnologica, che fa leva su investimenti continui in nuove tecnologie, attività di ricerca e innovazione. È questo secondo modello che deve diventare prevalente in Italia, poiché è quello in grado di fornire una spinta più forte e duratura alla dinamica della produttività e della crescita. La capacità trasformativa delle politiche attuate nel PNRR sarà l’elemento chiave per il successo del Piano e su questo sarà necessaria una fortissima capacità di indirizzo e di coordinamento”.

Le proposte formulate nel report a firma di Rosario Cerra e Francesco Crespi, ordinario di Economia a Roma Tre, sono il risultato di un percorso condiviso e partecipato che riguarda la selezione dei temi trattati e l’individuazione delle indicazioni di policy, articolate lungo aree di intervento sotto i “capitoli” Strutture, Sicurezza e Sviluppo. E il primo capitolo è dedicato alle infrastrutture di rete a banda ultralarga e 5G che “rappresentano un punto fondamentale su cui investire, insieme a dati, cloud, sicurezza e competenze digitali. Il Pnrr tocca tutte queste dimensioni, anche sul fronte della pubblica amministrazione. In tale contesto le infrastrutture di rete sono una delle risorse strategiche alla base dello sviluppo digitale del Sistema Paese in quanto garantiscono lo scambio di dati e informazioni in tempo reale per accedere a numerosi servizi innovativi.

Fra le proposte del Ced incentivi alla domanda per l’effettiva adozione delle reti di ultima generazione e interventi formativi volti a prevenire fenomeni di skill shortage nella filiera Tlc.

Programma continuo di formazione su temi legati al digitale, alla cybersecurity, al digital trust e di comprensione della normativa legata al contesto organizzativo per accelerare e abilitare i processi di change management digitale e rafforzare la sicurezza dei dati e dei processi della PA: questa la proposta nell’ambito del capitolo Cloud e interoperabilità che deve fare il paio, secondo il Ced, con il rafforzamento dei collegamenti e delle interazioni tra i diversi ambiti di intervento previsti nel Pnrr.

“La capacità di messa a terra degli indirizzi di policy indicati nel Piano – continua Cerra – rappresenta l’elemento chiave per generare impatti positivi su crescita, occupazione, sviluppo inclusivo e sostenibile. È con questo spirito che riteniamo che la condivisione di queste proposte rappresenti un’importante occasione per rafforzare la capacità di collaborazione tra il mondo produttivo, del sapere, la società civile e le Istituzioni. Collaborazione quanto mai necessaria per il rilancio del Sistema Italia e per, insieme, cambiare in meglio il futuro del nostro Paese”.

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