Un tempo era uno dei simboli del boom dell’economia spagnola, adesso Telefónica, la maggiore compagnia iberica di telefonia e telecomunicazioni, potrebbe spostarsi altrove per evitare gli effetti di un eventuale aggravarsi della crisi economica di Madrid.
Il trasferimento potrebbe essere diretto verso una o due sedi alternative, in America Latina (dove Telefónica ha già molti interessi e canali di business attivi) o in Europa. Angel Vilá, Direttore Finanziario del colosso spagnolo per i servizi di telefonia e adsl, ha confermato che nei corridoi dell’azienda quest’idea è più di una possibilità, come ha riportato anche l’autorevole Financial Times.
Il vero problema di Telefónica è che si tratta di un’azienda grande almeno tanto quanto i suoi debiti, che ammontano a 58 miliardi di euro. Una zavorra così ingente diventa ancora più pesante se anche il Paese che ospita l’azienda è in grave deficit, tanto da dover ricorrere al salvataggio dell’Unione Europea. Per intendersi, gli interessi sul debito di Telefónica viaggiano in questi giorni a un livello cinque volte superiori a quelli della collega francese France Télécom.
La parola d’ordine è razionalizzare i costi per tagliare il debito. L’obiettivo potrebbe essere perseguito anche allontanandosi dalla Spagna, come succede anche ad altre aziende che “emigrano” dal Sud Europa verso lidi più rassicuranti. Tra queste, ad esempio, la Coca Cola Hellinc Bottling, il cui indirizzo non è più greco, bensì svizzero.
Vilá ha comunque precisato che non si tratterebbe di una fuga improvvisa e definitiva, semmai di uno spacchettamento dell’attività. Parte del business potrebbe essere delocalizzato in Sud America o in Paesi europei in buona salute per ridare ossigeno e nuova linfa alla compagnia madrilena.