LE DISPOSIZIONI

Green pass valido nove mesi per i viaggi: ecco le nuove regole Ue

Periodo obbligatorio di 270 giorni per l’accettazione dei documenti di vaccinazione ai fini degli spostamenti all’interno dell’Unione. Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders: “Il certificato è stato un successo ma dobbiamo adeguarlo alle circostanze in evoluzione”

Pubblicato il 21 Dic 2021

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La Commissione ha adottato oggi norme relative al certificato Covid digitale dell’Ue che stabiliscono un periodo obbligatorio di nove mesi (per la precisione 270 giorni) per l’accettazione dei certificati di vaccinazione ai fini dei viaggi all’interno dell’Unione. Un periodo di accettazione chiaro e uniforme per i certificati di vaccinazione garantirà che le misure sui viaggi introdotte dagli Stati membri continuino a essere coordinate, come richiesto dal Consiglio europeo in seguito alla sua ultima riunione del 16 dicembre 2021. Le nuove norme faranno sì che le restrizioni siano basate sulle migliori evidenze scientifiche disponibili e su criteri obiettivi. 

Finora sono stati rilasciati nell’Ue 807 milioni di certificati. Si tratta di un punto di riferimento su scala mondiale: 60 Paesi e territori, in cinque continenti, hanno già aderito a questo sistema.

Armonizzazione delle regole

Le nuove norme sui viaggi all’interno dell’Ue armonizzano le diverse norme adottate dagli Stati membri. Il periodo di validità è stato stabilito tenendo conto degli orientamenti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che raccomandano di somministrare dosi di richiamo al più tardi sei mesi dopo il completamento del ciclo di vaccinazione primario. Il certificato rimarrà valido per un periodo di tolleranza aggiuntivo di tre mesi dopo i sei mesi raccomandati, per consentire l’adeguamento delle campagne di vaccinazione nazionali e l’accesso dei cittadini alle dosi di richiamo.

Le nuove norme sul periodo di accettazione dei certificati di vaccinazione si applicano ai fini dei viaggi. Quando introducono disposizioni diverse per l’uso dei certificati a livello nazionale, gli Stati membri sono incoraggiati ad allinearle a queste norme per fornire certezza ai viaggiatori e ridurre le perturbazioni.

La Commissione ha inoltre adeguato le norme per la codifica dei certificati di vaccinazione. La modifica è necessaria per garantire che i certificati di vaccinazione attestanti il completamento del ciclo primario possano essere sempre distinti da quelli rilasciati a seguito di una dose di richiamo.

“La forza del certificato sta nel suo uso coerente nell’Ue”

“Un periodo di validità armonizzato per il certificato digitale dell’Ue è necessario per la libera circolazione in condizioni di sicurezza e per il coordinamento a livello dell’Unione – commenta Stella Kyriakides, Commissaria per la salute e la sicurezza alimentare – . La forza e il successo di questo strumento prezioso per i cittadini e le imprese si fondano sul suo uso coerente nell’intera Ue. Ora bisogna fare in modo che la campagna di richiamo proceda con la massima rapidità, che il maggior numero possibile di cittadini sia protetto da una dose addizionale e che i nostri certificati rimangano uno strumento cruciale per i viaggi e la protezione della salute pubblica”. 

 “Il certificato è stato un successo – aggiunge Didier Reynders, Commissario per la giustizia –. Dobbiamo mantenerlo tale e adeguarlo alle circostanze in evoluzione e alle nuove conoscenze. Se gli Stati membri adottassero misure unilaterali ritorneremmo alla frammentazione e alle incertezze che abbiamo sperimentato la primavera scorsa. Il periodo di accettazione di nove mesi per i certificati di vaccinazione darà ai cittadini e alle imprese la certezza di cui hanno bisogno per pianificare i viaggi con fiducia. Spetta ora agli Stati membri avviare rapidamente la somministrazione delle dosi di richiamo per proteggere la nostra salute e garantire viaggi sicuri”.

“Il certificato Covid dell’Ue è diventato un punto di riferimento su scala mondiale – conclude il Commissario per il Mercato interno Thierry Breton -: riflettendo le conoscenze scientifiche più aggiornate sulle dosi di richiamo, rimane uno strumento essenziale per combattere le varie ondate della pandemia. Insieme alla produzione e alla fornitura di vaccini su larga scala, il certificato aiuterà gli Stati membri ad accelerare la somministrazione dei richiami, necessaria per proteggere la salute pubblica salvaguardando al contempo la libera circolazione dei nostri cittadini”.

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