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Tim, Draghi: “Tuteleremo lavoro, rete e tecnologie”

Il presidente del Consiglio: “Oggi il governo non è in grado di dire cosa fare ma la configurazione societaria a cui si dovrà pervenire dovrà certamente tutelare questi aspetti”. Intanto il direttore generale Pietro Labriola vedrà a gennaio i sindacati che chiedono “trasparenza sui processi in atto”

Pubblicato il 22 Dic 2021

draghi

Il governo guarda con estrema attenzione al dossier Tim. Lo ha fatto chiaramente capire il il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa.

“Ci sono tre cose da tutelare nel futuro assetto societario di Tim: l’occupazione, la rete e la tecnologia. Noi dobbiamo vedere cosa sta succedendo perché ancora non è chiaro, ma la configurazione societaria a cui si dovrà pervenire deve raggiungere questi obiettivi”.

“ Oggi il governo non è in grado di dire cosa fare, non c’è una strada preordinata, ci sono una serie di negoziati e nuove idee quasi ogni settimana – ha chiarito – C’è un’opa che sarà annunciata di cui non si capiscono le caratteristiche, ci sono negoziati tra Cdp, Vivendi e altri azionisti, ci sono nuove idee ogni settimana ma il punto fisso dell’azione di Governo è la difesa di questi tre aspetti.

A metà giornata, dopo le parole di Draghi, il titolo di Tim ha registrato un rialzo di oltre il 2,5% a 0,447 euro.

Labriola pronto a vedere i sindacati

Il direttore generale di Tim, Pietro Labriola, vedrà i sindacati in gennaio. L’annuncio arriva da Slc, Fistel e Uilcom che però pongono l’accento sulla necessità di anticipare.

Secondo indiscrezioni la data dovrebbe essere quella del 12 gennaio.

“In risposta alla nostra richiesta di un urgente incontro il Direttore Generale di Tim ha proposto una data per gennaio – si legge in una nota congiunta – Comprendiamo bene le difficoltà del dott. Labriola a dover rispondere di un’azienda che allo stato non ha neppure deciso il nome dell’amministratore delegato, ma proprio per questo altrettanto grande è la nostra preoccupazione”.

“Oggi Tim – affermano – è un bastimento che naviga senza una rotta, ma su quel bastimento ci sono oltre 40.000 lavoratori ed alcuni degli asset fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese. Il tempo non può scorrere invano”, avvertono.

“Il Governo in primis – chiedono i sindacati – ha il dovere di assumere un orientamento a tutela dell’occupazione e degli interessi nazionali, visto che l’eccesso di mercato è la causa e non la soluzione dei problemi. Ribadiamo quindi l’urgenza di rendere comprensibili e trasparenti i processi in atto. Infine chiediamo che in questa fase di stallo non si compiano atti unilaterali da parte aziendale che possono compromettere una soluzione positiva e condivisa. Allo stesso modo il Governo non può a parole invocare il ruolo pubblico sulla rete e poi apprestarsi a cofinanziarne nuovi lotti che, una volta realizzati, resteranno nella disponibilità dei privati”.

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