Il tema della qualità dell’aria outdoor è diventato centrale nel dibattito politico e di business. Complice anche l’impegno di istituzioni internazionali: basti pensare al programma Gems Air dell’Onu che si propone di rendere il monitoraggio dell’aria più accessibile e capillare, integrando alle tradizionali stazioni fisse di monitoraggio le nuove tecnologie di monitoraggio degli inquinanti low-cost che sono emerse dal mondo della ricerca negli ultimi anni.
In questo scenario si inserisce l’attività di Wiseair, startup che ha sviluppato un sensore per rilevare la qualità dell’aria utilizzato da molti Comuni italiani e che fa parte del gruppo di aziende innovative supportate dal Linkem Lab, l’hub dell’operatore guidato da Davide Rota.
Della collaborazione con Linkem e delle strategie di crescita di Wiseair ne parliamo con il ceo Paolo Barbato.
Barbato, qual è il valore aggiunto della collaborazione con Linkem?
Abbiamo avviato il nostro percorso insieme puntando sul modello di company as a service che consente un allineamento tra l’approccio di una startup, com’è Wiseair, e di una corporate come Linkem. Modello che anima il Linkem Lab.
Ce lo spiega?
Si tratta sostanzialmente di un modello operativo ibrido che, da una parte, si basa sul corporate venture capital “tradizionale” in cui l’azienda si comporta come shareholder della startup; dall’altra consente di mettere a disposizione una serie di risorse che per la startup sarebbe troppo costoso avere “in pancia” o cercare fuori. Una doppia forma di supporto che facilita il processo di scale-up.
A che risorse si riferisce?
In primo luogo organizzative. Penso, ad esempio, al supporto legale che per una neonata impresa è piuttosto complicato gestire. Averlo invece in modalità spot permette la flessibilità necessaria ad indentificare anche i futuri bisogni. Inoltre Linkem mette a disposizione gli spazi fisici. È vero che la pandemia ci ha costretti a ripensare il ruolo degli uffici, ma è altrettanto vero che ne ha evidenziato la centralità, soprattutto quando si parla di team building e anche di cross sharing visto che gli spazi sono condivisi con i colleghi di Linkem. Ci sono poi risorse che attengono di più al lato business.
Per esempio?
Il supporto alle operations e al deployment. Linkem è un fornitore di connettività e ha a disposizione una rete di installatori in tutta Italia a cui ci siamo appoggiati per installare il nostro prodotto in Lombardia, dove abbiamo iniziato, e poi nel resto d’Italia. L’operatore ha messo a disposizione delle PA i servizi a banda ultralarga insieme al nostro prodotto di monitoraggio della qualità dell’aria, in una sorta di “pacchetto”. La strategia di marketing invece è interna – se ne occupa un nostro team – perché vogliamo conoscere e capire ciò di cui hanno bisogno di nostri clienti.
Che sono, tipicamente, pubbliche amministrazioni: la vostra soluzione è declinata in ottica B2G…
Sono decine le amministrazioni che utilizzano la nostra soluzione. Si tratta di una piattaforma di monitoraggio della qualità dell’aria con sensori distribuiti che forniscono dati in tempo reale e approfondimenti sulla qualità dell’aria. Le informazioni, raccolte ed elaborate, sono visualizzate attraverso una web dashboard a disposizione delle pubbliche amministrazioni e tramite un’app per Android o iPhone a disposizione dei cittadini. L’obiettivo è supportare i Comuni nel processo di elaborazione di politiche e strategie ambientali in ottica data driven e, al contempo, rendere più consapevole la cittadinanza spingendola ad avere comportamenti virtuosi.
Sono soprattutto Comuni medio-piccoli ad utilizzare la vostra piattaforma. Il salto nelle grandi città è previsto?
È uno degli obiettivi del nostro piano di crescita. Consapevoli che in una città di grandi dimensioni la proposta non si può limitare alla presentazione della soluzione, ma che serve elaborare un progetto integrato alle strategie di sviluppo del contesto urbano. In questo senso il supporto che ci potrà dare Linkem sarà cruciale.
Invece sul fronte B2B?
Ci stiamo lavorando. Per ora siamo a livello di validazione della value proposition; in questo ambito sappiamo che alle aziende, piuttosto che avere dati sulle concentrazioni di inquinanti nell’aria, interessa avere informazioni sulle loro emissioni. Di qui la necessità di sviluppare una piattaforma di emission accounting che permetta di avere contezza della situazione e anche, sempre in ottica data driven, di mettere in campo azioni che consentano di ridurre le emissioni.
Avete di recente chiuso un round di finanziamento da 1 milione di euro. Come utilizzerete le risorse?
In primo luogo puntiamo ad aumentare il numero di Comuni che usano la nostra soluzione: nel 2022 saranno nell’ordine di centinaia. E anche a lavorare sul go to market della piattaforma B2B: intendiamo identificare una business line verticale dove testarla e metterla a regime, per poi diffonderla su altre BU.