La Cina ha annunciato le nuove regole per le quotazioni delle Big tech nazionali sui mercati esteri, un giro di vite che colpisce gruppi come Alibaba e Bytedance (TikTok). Pechino formalizza così una maggiore vigilanza sulle piattaforme digitali imponendo a quelle che hanno più di un milione di utenti di sottoporsi a uno scrutinio di cybersicurezza prima delle Ipo estere. L’annuncio arriva dalla Cyberspace administration of China (Cac) e le regole entreranno in vigore il 15 febbraio.
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L’ente del governo cinese non ha per ora chiarito se le norme saranno retroattive o si applicheranno solo, come sembra più probabile, alle nuove operazioni.
Impatto sulle aziende dei dati
La Cac aveva preannunciato la stretta regolatoria a luglio. Le norme definitive hanno ristretto l’impatto dei provvedimenti ai gruppi che forniscono servizi di informazione, elaborano dati che hanno una rilevanza per la sicurezza nazionale o piattaforme online che possiedono dati di più di 1 milione di utenti.
Tuttavia al momento Pechino non ha specificato il tipo di aziende obbligate a sottoporsi ai controlli sulla cybersecurity e questa ambiguità sarà un problema per i gruppi che operano su più canali nell’economia digitale cinese.
Più controlli sull’AI e i fornitori di notizie
Il giro di vite della Cac non termina qui: l’amministrazione cinese per il cyberspazio ha detto che dal 1 marzo entreranno in vigore anche le nuove regole sull’uso degli algoritmi di intelligenza artificiale che suggeriscono contenuti online. L’obiettivo è controllare gli editori che usano la tecnologia per diffondere informazione. Le regole danno anche diritto all’utente di escludersi da questo servizio di raccomandazione delle news se lo desiderano.
Il governo cinese ha anche imposto una supervisione dei regolatori sulle Ipo delle aziende che operano in settori ritenuti sensibili, come l’editoria online e offline.
Alla fine del 2020 Pechino ha bloccato l’Ipo di Ant group, braccio fintech di Alibaba, e ordinato lo spezzatino del colosso digitale.
Da oltre un anno la Cina ha cambiato registro sulle grandi aziende della tecnologia: dopo averne favorito l’espansione ha optato per un giro di vite, preoccupata per il forte potere di mercato e l’accentramento di molteplici attività che ostacolerebbe l’innovazione. Pechino teme anche il controllo sui dati che questi colossi hanno e la possibilità che tali dati finiscano nelle mani dei governi esteri, soprattutto degli Stati Uniti.