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Tim, Agcom: “Su offerta co-investimento lavoro serio. Obiettivi di politica industriale prerogativa del Governo”

Primo regolatore in Europa a dare attuazione alla nuova disciplina. I commissari Aria e Giacomelli fanno chiarezza sull’iter che ha portato il Consiglio dell’autorità, a maggioranza, a valutare il progetto conforme al Codice delle Comunicazioni elettroniche anche a seguito dei rimedi proposti dall’azienda. Il procedimento ancora in corso: avviata la consultazione “bis”

Pubblicato il 14 Gen 2022

Laura Aria

commissario Agcom

Antonello Giacomelli

commissario Agcom

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Il procedimento di valutazione da parte di Agcom dell’offerta di coinvestimento di Tim si sta svolgendo tenendo nel massimo conto le opinioni espresse dal mercato e in piena conformità al quadro europeo del coinvestimento e agli indirizzi del Berec. Nei giorni scorsi ci sono state diverse prese di posizione relative al tema del coinvestimento ed alle scelte della Autorità. Non ci pare opportuno, per il dovere di riservatezza legato al nostro ruolo, entrare pubblicamente nel merito di un procedimento ancora aperto e sul quale il Consiglio si è riservato di esprimersi compiutamente dopo la nuova consultazione pubblica appena avviata.

Tuttavia, proprio per lo stesso dovere di lealtà verso l’Istituzione, riteniamo di dover fornire alcuni chiarimenti di percorso e di prerogative.

Il compito della Autorità, nel caso specifico, è quello di verificare se il progetto di coinvestimento presentato da Tim corrisponda, nella sua versione finale, ai requisiti fissati dall’art. 76 del nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche. Non altro. Non è nei poteri di Agcom discutere, o modificare, l’art. 76 stesso, come non è nei poteri dell’Autorità inserire arbitrariamente nel processo di valutazione obiettivi di politica industriale non previsti dalla normativa in oggetto.

La determinazione di scelte e linee di politica industriale compete, ciascuno per le proprie prerogative, a Governo e Parlamento non all’Autorità di regolazione.

Agcom è stato il primo, tra i regolatori europei, a dare attuazione alla nuova disciplina del coinvestimento, ma questo non può essere certo considerato un disvalore, visto che nell’indice Desi 2021 l’Italia, in tema di copertura della rete fissa ad altissima capacità, risulta ancora notevolmente al di sotto della media UE.

Con la delibera n. 110/21/Cons del 31 marzo 2021, l’iniziale proposta di Tim sul progetto di coinvestimento è stata sottoposta a market test per acquisire le osservazioni del mercato. Dopo la prima consultazione, conclusasi il 7 giugno dello scorso anno, l’Autorità ha deciso di svolgere una serie di approfondimenti istruttori, in merito sia ai contratti stipulati per la creazione della società FiberCop sia all’avvio dei lavori da parte di quest’ultima.

Alla luce di tutte le informazioni raccolte e tenendo in debita considerazione gli esiti del market test, il 27 agosto l’Autorità ha inviato a Tim – ai sensi dell’art. 79, comma 2 del Codice europeo – la comunicazione contenente le proprie “conclusioni preliminari” sull’offerta notificata, evidenziandone le criticità e richiedendo alla società le necessarie modifiche agli impegni presentati.

Nell’ottica di una leale e fattiva collaborazione istituzionale, il 9 settembre l’Agcom ha poi richiesto un parere all’Agcm sulle valutazioni svolte, anche in considerazione della pendente istruttoria antitrust I850 (Accordi FiberCop) che si presentava collegata al progetto di coinvestimento.

L’Antitrust ha concordato con la posizione di Agcom, esprimendosi favorevolmente sulle richieste di modifica rivolte a Tim allo scopo di assicurare modalità di accesso che favoriscano un’effettiva concorrenza infrastrutturale e permettano una reale incentivazione all’investimento, nonché la realizzazione prioritaria del roll out della rete in fibra.

Il 2 novembre Tim ha fornito un primo riscontro alle valutazioni ed alle richieste dell’Autorità, dichiarandosi disponibile ad integrare la propria offerta di coinvestimento e i relativi impegni. Atteso il permanere di alcuni punti di criticità dell’offerta di Tim, il 22 novembre l’Autorità, al fine di renderla pienamente conforme rispetto ai requisiti pro-concorrenziali fissati dall’art. 76, ha richiesto alla società ulteriori modifiche e integrazioni alla proposta di impegni presentata. Così che da ultimo, il 22 dicembre Tim, accogliendo tutte le richieste dell’Autorità, ha trasmesso la versione consolidata dell’offerta di coinvestimento sulla quale sono state svolte le valutazioni in linea con la nuova disciplina europea di riferimento.

Questo il percorso che ha portato alla decisione assunta, a maggioranza, dal Consiglio dell’Autorità di valutare il progetto di coinvestimento di Tim conforme, in linea di principio, alla normativa su richiamata.

Le valutazioni sono confluite in uno schema di provvedimento che l’Autorità, per ragioni di compiutezza istruttoria, ha ritenuto opportuno inviare all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per un ulteriore rilascio di parere, così come previsto dalla recente normativa nazionale di recepimento del nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (art. 87 comma 2 del Decreto legislativo n. 207/2021).

Infine, l’Autorità, sempre nell’ottica di assicurare la massima partecipazione degli stakeholder al procedimento, ha deciso di avviare una seconda consultazione pubblica sul trattamento regolamentare della nuova rete oggetto dell’offerta di coinvestimento. Una volta concluso questo ulteriore passaggio, il Consiglio dell’Autorità si è quindi riservato il tempo per una valutazione complessiva e definitiva prima di procedere alla notifica dello schema definitivo di provvedimento alla Commissione europea.

Solo al termine di questo percorso sarà possibile dare un giudizio fondato sul lavoro svolto dall’Autorità.

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