La Cina continua a varare misure per inasprire i controlli sui colossi del digitale al fine di tutelare la concorrenza sul mercato e dare trasparenza alla gestione dei dati personali. Il regolatore del cyberspazio (Cyberspace administration of Chin, Cac) ha definito nuove linee guida che obbligano le grandi internet company cinesi a ottenere l’approvazione dell’autorità prima di effettuare qualunque investimento o raccolta di fondi. Lo riporta Reuters in base a fonti confidenziali.
Parallelamente il governo centrale ha pubblicato una serie di raccomandazioni che mirano a spezzare i monopoli e a garantire la privacy nel settore delle piattaforme digitali.
Alibaba e gli altri colossi ancora nel mirino
Le linee guida del regolatore del cyberspazio – ancora in forma di bozza – si applicheranno probabilmente alle piattaforme online con più di 100 milioni di utenti o più di 10 miliardi di yuan (1,58 miliardi di dollari) di ricavi. Si tratta di aziende come Alibaba, Tencent o Bytedance, già da tempo nel mirino dei regolatori cinesi.
Gli analisti sentiti da Reuters pensano che queste nuove norme, se confermate, potrebbero avere un impatto rilevante sugli investimenti nelle aziende di Internet cinesi fino a “porre fine all’era in cui gli operatori delle grandi piattaforme internet hanno costruito ecosistemi grazie agli investimenti”.
I big come Alibaba e Tencent potrebbero, per esempio, rallentare i loro investimenti in start-up. Questo darebbe più spazio alle imprese piccole, indipendenti e innovative. È esattamente quello cui mira Pechino: limitare il potere delle grandi piattaforme per favorire la crescita di nuovi campioni nazionali.
CBInsights riporta che il colosso hitech Tencent è il terzo maggior investitore in Asia con investimenti in 39 aziende, dopo Sequoia Capital China e Hillhouse Capital Group, secondo . Xiaomi ha investito in 31 aziende nel quarto trimestre del 2021. Il venture funding cinese vale 90,1 miliardi di dollari nel 2021, +52% anno su anno.
Protezione dei settori strategici: le terre rare
Non è chiaro al momento quali investimenti e tipologie di raccolta fondi sono impattate dalle norme, ma queste si applicheranno certamente anche alle aziende di Internet incluse nella black list dell’Ndrc (National development and reform commission).
Si tratta di una lista che la Cina continua ad aggiornare e che vieta investimenti stranieri in settori come l’istruzione pubblica, le testate giornalistiche e i minerali e le terre rare. Le aziende di questi settori sono già state oggetto di nuove regole che vieta loro di quotarsi fuori dalla Cina.
La stretta su concorrenza e dati
Separatamente la National development and reform commission (Ndrc) ha pubblicato un documento di indirizzo politico in cui chiede una revisione della legislazione sui monopoli e la sicurezza dei dati nelle piattaforme online data-driven, nonché un rafforzamento della supervisione in aree come la pubblicità e le dichiarazioni al fisco.
L’obiettivo è sempre evitare le concentrazioni di mercato: “Gli operatori delle piattaforme non devono usare i vantaggi che hanno sui dati, le tecnologie, il mercato o il capitale per restringere l’attività indipendente di altre piattaforme e applicazioni”, afferma l’Ndrc
Il documento chiede ancora di chiarire quali sono le responsabilità delle piattaforme e rafforzare la responsabilità delle grandi piattaforme internet. Inoltre, occorre regolamentare in modo preciso gli investimenti fatti dagli istituti finanziari nelle piattaforme internet.
L’Ndrc raccomanda anche più trasparenza sulla gestione delle piattaforme online e una supervisione più severa degli accordi che implicano lo scambio di dati con altri Paesi.
Allo stesso tempo la commissione cinese raccomanda alle aziende del digitale di espandersi all’estero e chiede ai dipartimenti statali competenti di sostenere la competitività internazionale e i piani di espansione delle piattaforme internet, citando in particolare il settore dell’e-commerce.
Il cloud di Alibaba nel mirino negli Usa
Mentre Pechino incoraggia e sostiene la conquista dei mercati esteri da parte delle sue aziende, gli Stati Uniti mettono sotto la lente le attività cloud di Alibaba. L’amministrazione Biden ha avviato un esame del business cloud dell’azienda cinese per capire se rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale americana, secondo un’esclusiva pubblicata da Reuters.
Al centro dell’indagine ci sono le modalità con cui Alibaba conserva i dati dei clienti Usa, ovvero informazioni personali e proprietà intellettuale, e la possibilità che il governo cinese vi abbia accesso.
Secondo le fonti Usa i regolatori federali potrebbero decidere di costringere Alibaba a adottare misure per ridurre i rischi rappresentati dalla sua attività cloud oppure proibire agli americani – compresi quelli all’estero – di usare il servizio di Alibaba.