SCENARI

Bitcoin in forte calo, il mercato delle criprovalute brucia 130 miliardi in attesa delle mosse della Fed

Il rialzo dei tassi di interesse colpisce anche ethereum con un’ondata di sell-off. Sulle valutazioni anche l’ombra della crisi ucraina e il divieto di mining chiesto dalla banca centrale russa

Pubblicato il 24 Gen 2022

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Il rialzo dei tassi di interesse annunciato dalla Federal reserve si abbatte sul mercato delle criptovalute: le monete digitali hanno perso quasi 130 miliardi di dollari di valore nelle ultime 24 ore a causa del massiccio sell-off delle principali valute digitali.

In particolare il bitcoin ha fatto uno scivolone del 5% a circa 33.300 dollari nel fine settimana per ridurre stamattina le perdite intorno al -4% a 33.700 dollari circa. Ethereum ha toccato anche il -10% per recuperare parzialmente fin a circa 2.200 dollari (-7%). Al momento sono entrambe in calo di circa il 50% dai rispettivi record.

Fuga dagli asset rischiosi

Anche Xrp, Litecoin, Cardano e Solana cedono diversi punti percentuali. L’andamento delle criptovalute sta seguendo quello dei titoli tecnologici a Wall Street: gli investitori vendono gli asset più rischiosi in preparazione della stretta monetaria della Fed varata per contrastare la crescita dell’inflazione.

Ad alimentare le vendite degli investitori c’è un’analisi di Goldman Sachs che prevede nuovi interventi della Fed: addirittura più di 4 rialzi dei tassi di interesse da marzo in poi.

Sull’andamento del mercato delle criptovalute, e di quelli azionari in genere, pesano anche le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Russia in merito alla questione ucraina. Il New York Times riporta che il presidente Joe Biden sta valutando l’invio di un massimo di 50.000 soldati da combattimento in Ucraina e l’escalation contribuisce ad allontanare gli investitori dagli asset rischiosi.

I fattori macro: la Russia vieta il mining

La perdita di valore delle criptovalute si lega anche a trasformazioni da tempo in corso, ovvero la stretta regolatoria sulle monete digitali e i progetti per creare criptovalute controllate dalle banche centrali.

La scorsa settimana la banca centrale della Russia ha proposto di vietare l’uso e il mining delle criptovalute. Il colpo al mercato non è indifferente, fa notare Naeem Aslam, chief market analyst di AvaTrade: la Russia è una delle maggiori sedi di attività di mining dei bitcoin. Già la Cina, la prima maggiore sede mondiale per i minatori di bitcoin, ha vietato l’estrazione delle criptovalute lo scorso anno.

Molti analisti ritengono che nel 2022 il valore che misurerà la tenuta del bitcoin sarà di 30.000 dollari. Se non si scenderà oltre la moneta virtuale principale potrà ancora essere un valido asset, anche se per alcuni lo scivolone potrebbe continuare.

Sarà l’andamento generale del mercato azionario, oltre agli interventi della Fed, a dettare il passo: sei titoli tecnologici si stabilizzeranno gli investitori saranno più propensi ad accettare qualche rischio e a continuare a investire in bitcoin e le altre.

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