RISTRUTTURAZIONE

Alcatel-Lucent, per gli analisti servono altri 10.000 licenziamenti

Alexander Peterc (Exane Bnp Paribas): “I 5.490 tagli annunciati a ottobre potrebbero essere troppo pochi per ridurre i costi”. Per l’esperto il gruppo dovrebbe essere più concentrato in una singola area.

Pubblicato il 06 Nov 2012

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Se Alcatel-Lucent vuole davvero salvarsi dovrebbe tagliare altri 10.000 posti di lavoro oltre agli oltre 5.000 annunciati di recente: lo sostengono alcuni analisti, tra cui Alexander Peterc, della Exane Bnp Paribas di Londra. “A differenza di Ericcson o persino Nsn, Alcatel-Lucent è meno concentrata in una singola area e, a causa della natura diffusa delle sue operazioni, dovrà combattere per arrivare al livello di efficienza raggiunto da altri players del settore. Stanno cercando di tagliare i costi con l’ultima ristrutturazione – ha aggiunto l’analista intervistato da Bloomberg – ma non è abbastanza per essere in linea con le performance dei concorrenti, in particolare con il fatturato per addetto. Perciò quei tagli potrebbe essere troppo poco e fatti troppo tardi”.

Nel quadro del piano di ristrutturazione annunciato mesi fa, il gruppo franco-americano, che finora occupava 78.000 persone a livello globale di cui 7.800 in Francia, aveva già comunicato a luglio il taglio di 5.000 posti di lavoro per uscire dalla crisi. Notizia confermata lo scorso 18 ottobre, quando fonti sindacali hanno precisato che la ristrutturazione avrebbe riguardato 5.490 dipendenti, di cui 3.300 in Europa. Obiettivo: la riduzione dei costi per 750 milioni di euro all’anno.

I sindacati francesi del settore tlc hanno annunciato una manifestazione nazionale per il 13 novembre e hanno invitato anche alcuni rappresentanti ministeriali ad aderire alla protesta.

Già da qualche tempo il presidente francese François Hollande ha ammonito contro la raffica di licenziamenti e il governo ha convocato a metà 2012 il presidente di Alcatel-Lucent, Philippe Camus, per discutere dei piani occupazionali del gruppo.

Dal canto suo Ben Verwaayen, amministratore delegato dell’azienda produttrice di hardware e software per le telecomunicazioni, ha dichiarato: “Piuttosto che cercare di fare qualcosa per compiacere qualcuno per cinque minuti, intendiamo fare qualcosa di giusto per la compagnia. Dobbiamo guardare alla realtà del mercato dal punto di vista dei costi”.

Al declino di questa realtà industriale sta contribuendo la crescente competizione dei colossi asiatici Huawei e Zte, così come il calo nelle vendite di telefonia in tutta Europa.

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