L’italiano resisterà contro gli assalti della lingua sempre più sintetica e impoverita utilizzata su Facebook, Twitter e altri social network: ne è convinto il linguista Tullio De Mauro, intervistato oggi a margine di una tavola rotonda organizzata a Firenze in occasione del 400esimo anniversario del Vocabolario degli Accademici della Crusca.
“La nostra lingua – ha detto l’ex ministro dell’Istruzione (2000-2001) – è sopravvissuta nelle sue strutture e nelle sue forme più tipiche a ‘tragedie’ ben peggiori dei messaggini o dei tweet. Ancora oggi, in sostanza, parliamo la lingua di Dante nonostante guerre, carestie ed altri enormi calamità della storia”. Quale esempio di resistenza al cambiamento, De Mauro ha citato il telegrafo, una forma d’uso estremamente sintetica di un linguaggio che non ha influenzato l’italiano attuale.
“Dopo l’invenzione di sms e social network – ha proseguito il docente di Linguistica a La Sapienza di Roma – i trattati di filosofia vengono ancora scritti nel consueto, verboso stile di sempre, e aggiungerei purtroppo”.
Per De Mauro, in conclusione, “bisogna guardare con serenità alle nuove forme linguistiche suggerite delle tecnologie più avanzate: ed Internet è, anche da questo punto di vista, uno strumento assai prezioso. Grazie alla rete, all’estero come da noi, oggi è possibile costruire e diffondere dizionari storici e scientifici e le loro banche dati, proprio per mezzo della piattaforma informatica, possono raggiungere pubblici un tempo impensabili”.