La Polizia israeliana avrebbe usato il sofisticato programma di spyware Pegasus dell’azienda Nso per accedere alle comunicazioni scambiate tramite telefono cellulare da personaggi pubblici, giornalisti e membri dell’entourage dell’ex primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo scrive il quotidiano israeliano Calcalist parlando di operazione su vasta scala che include lo spionaggio di attivisti politici e comuni cittadini israeliani.
Alla luce di quanto riportato dai media il comandante della Polizia israeliana Yaakov Shabtaï ha indicato in un comunicato di avere chiesto al ministro della Pubblica sicurezza, Omer Bar-Lev, di avviare un’indagine esterna e indipendente al fine di “ristabilire la fiducia pubblica ” e “regolamentare l’uso della tecnologia da parte della Polizia”.
Operazione massiccia: spiati giornalisti e imprenditori
La Polizia, la scorsa settimana, aveva già ammesso di avere utilizzato tecnologie di spionaggio informatico “senza mandato”, ma non ha mai nominato il software Pegasus sviluppato dall’azienda israeliana Nso.
L’ammissione è arrivata dopo altre denunce da parte dei media israeliani, che hanno scritto che lo spyware è stato usato contro Shlomo Filber, un testimone chiave nel processo per corruzione che vede tra gli imputati lo stesso Netanyahu.
Secondo Calcalist il software-spia sarebbe servito anche per accedere alle comunicazioni mobili del figlio di Netanyahu, Avner, due suoi consulenti per la comunicazione e la moglie di un altro imputato nello stesso processo per corruzione.
In un’approfondita inchiesta giornalistica in più articoli Calcalist ha scritto che lo spionaggio da parte delle forze dell’ordine rappresenta un’operazione massiccia. La polizia avrebbe violato la privacy dei cellulari di ministri, direttori di gabinetto, giornalisti, imprenditori e dirigenti d’azienda, attivisti per i diritti dei disabili e degli etiopi, sindaci.
Usati altri spyware oltre Pegasus?
Le forze dell’ordine israeliane non hanno detto quale spyware potrebbe essere stato usato in maniera “impropria”; Calcalist ha scritto che almeno alcuni dei casi riguardano spionaggio condotto con Pegasus, un software che permette di infiltrarsi nei telefoni cellulari e accedere a tutti i contenuti.
Il gruppo israeliano proprietario dello spyware, Nso, ha replicato di non poter svelare i nomi dei suoi clienti. L’azienda della cybersecurity ha tuttavia specificato che “non è stata in alcun modo coinvolta nell’utilizzo del sistema una volta venduto a clienti governativi”, che tutte le sue vendite sono approvate dal ministero della Difesa israeliano e che la sua tecnologia è usata dai governi per combattere il crimine e il terrorismo.
Nei giorni scorsi i media hanno riferito che l’ex premier Netanyahu, oggi capo dell’opposizione, potrebbe convincersi ad accettare un patteggiamento per i casi giudiziari che lo vedono imputato: sarebbe interdetto dai pubblici uffici e lascerebbe la politica, ma in cambio si aprirebbe la porta alla caduta delle accuse. L’ex premier ha finora resistito al patteggiamento dichiarandosi innocente.