E’ stata ribaltata dalla Corte d’Appello di Milano la sentenza nei confronti di Stefania Truzzoli, ex direttore finanziario di British Telecom in Italia. In primo grado la manager era stata condannata a un anno nell’inchiesta per falso in bilancio per 220 milioni di euro e false fatturazioni per 57 milioni tra il 2013 e il 2016, che aveva coinvolto in tutto 21 imputati.
L’inchiesta era stata chiusa a febbraio 2019: le indagini erano state aperte a seguito delle dichiarazioni dell’allora Ad Gavin Patterson, che nel gennaio 2017 aveva denunciato presunte irregolarità contabili per le attività in Italia che avevano portato, nell’autunno 2016, all’allontanamento dei vertici della controllata italiana e al taglio delle stime su ricavi e utili, causati da un ammanco di 530 milioni di sterline.
I bilanci contestati a BT Italia erano quelli degli esercizi dal 2012 al 2016. “Al fine di conseguire un ingiusto profitto, consistito nel sistematico raggiungimento del margine operativo lordo della società utilizzando appostazioni contabili del tutto artificiosi”, si legge nelle 32 pagine dell’avviso di chiusura indagini, gli indagati cui è contestato questo episodio, avrebbero effettuato una “sistematica sovrastima degli stanziamenti relativi alle fatture da emettere”, e una “irregolare contabilizzazione di fatture duplicate, ovvero riferite a clienti cessati, o irregolari”. Il documento parlava anche di una “sistematica sottovalutazione degli accantonamenti da imputare al fondo svalutazione crediti” e l’iscrizione “nell’attivo dello stato patrimoniale di crediti inesistenti”, o “registrazioni contabili prive di documentazione”.