La Web Reputation crea valore per imprese, cittadini ed istituzioni. È questo il punto focale dell’audizione del Comunicatore Italiano davanti alla commissione Industria del Senato in cui viene evidenziato un ritardo nelle modalità di misurazione della fruizione dei media, nonostante la crisi del modello di business della stampa storicizzato sui costi di rotativa e distribuzione e l’emergere della crossmedialità negli altri settori. Basti pensare che 62% degli utenti usa i social media mentre guarda la tv, percentuale che in Italia sale al 69%. “L’equa ridistribuzione delle risorse pubbliche destinate ai media – evidenzia il Comunicatore Italiano – dovrà fare i conti con la web reputation applicata per la certificazione non solo più quantitativa ma anche corrispondente alla misurazione della Credibilità & Reputazione” .
Questo aspetto avrà impatti anche sulla pubblicità. “Le concessionarie di pubblicità, Sipra in primis – si spiega nell’audizione – vende ancora con il concetto ‘spazio/tempo tabellare’ che nulla ha a che fare con la domanda di Credibilità, prima motivazione di scelta degli investimenti pubblicitari e finanziari anche in periodi di crisi economica”.
Sul versante dei partiti politici- secondo il Comunicatore – “questi devono decidere se cancellare la legge par condicio o produrre uno strumento che assicuri equità e difesa dalla manipolazione e quindi con i tempi di analisi/intervento adeguati ai tempi rigorosi della campagna elettorale”.
Infine il lato negativo della web reputation che va in qualche modo fermato con regole ad hoc. “L’applicazione inarrestabile della web reputation ai fini criminali – conclude il Comunicatore – può produrre danni concreti alle persone ed alle istituzioni decisamente molto superiori che non quanto già visto nelle peggiori situazioni di fuga di notizia delle intercettazioni telefoniche”.