Quasi il 90% (89,7%) degli italiani ha sentito parlare degli assistenti vocali e l’85,4% dei ha interagito con gli assistenti che riconoscono la voce almeno una volta; il 66,4% ha avuto a che fare con questa tecnologia nell’ultimo mese. Questi alcuni dei dati che emergono dal report “Voice Technology Italia 2022″ realizzato da Vocalime.
Lo studio indaga in modo approfondito il mercato italiano e le abitudini di interazione con gli assistenti vocali, sottolineando un alto grado di awareness, conversion e, in parte, loyalty. Tuttavia l’altissima awareness non basta: tutti i non-user (non hanno interagito nell’ultimo mese) condividono la percezione che gli assistenti vocali non offrano funzionalità utili a soddisfare i loro bisogni.
Le barriere all’ingresso
Il report di Vocalime analizza le barriere all’entrata e all’uso regolare di diverse tecnologie vocali; l’utilizzo e gradimento degli smart speaker; e l’utilizzo di assistenti vocali in auto. Include key take away per aziende e marketer.
Tra i non-user lo studio distingue tra gli aware non-user (hanno interagito almeno una volta in passato con gli assistenti vocali), da coloro che non hanno mai interagito (non-aware non-user).
Comparando i motivi che allontanano gli italiani che hanno qualche familiarità con quelli che non conoscono le tecnologie voice in assoluto emergono alcune differenze. Ad esempio, mentre la mancanza di tecnologia necessaria è una forte barriera all’entrata, essa non costituisce una forte barriera per gli aware non-user. Gli aware però sono ancora più diffidenti sulla sicurezza (“non mi fido”) e ritengono scrivere più semplice ed efficiente che interagire con la voce.
Smart speaker: app vocali “sconosciute”
Sei utenti su dieci in Italia di assistenti vocali hanno uno smart speaker. Chi non lo ha ma conosce bene gli assistenti vocali è propenso a comprarlo: il 19% dice con convinzione che lo comprerà e il 42% prenderebbe in considerazione l’acquisto. Il 19% dice no.
Ma anche chi possiede un smart speaker potrebbe non essere un utente avanzato: il 45% afferma di non aver mai usato (almeno consapevolmente) le app vocali (Skill su Alexa e Action su Google Assistant; Siri di Apple non ha app vocali di terze parti).
Esaminando i fattori frenanti rispetto all’utilizzo di app vocali, la principale è l’inconsapevolezza della loro esistenza. Il dato è particolarmente interessante se correlato alla discussione sulle barriere all’utilizzo di smart speaker e di interfacce vocali, in generale. Infatti, è diffusa la percezione tra i non user che le tecnologie vocali non offrano ancora funzionalità utili al soddisfacimento dei propri bisogni. Si conferma che, tra i possessori di smart speaker che non hanno mai usato app vocali, c’è un sostanziale 52% che non conosce l’esistenza delle Skill Alexa e Action Google.
Più funzionalità per stimolare il mercato
Ascoltare l’utente e i suoi bisogni e stimolarlo alla prova degli assistenti vocali per conoscerne le funzionalità e percepirne l’utilità è il primo suggerimento offerto dal report a aziende e marketer.
Lo studio ribadisce che è proprio la carenza di funzionalità la barriera numero uno all’utilizzo di interfacce vocali e che esiste però un 40% di utenti di tecnologie vocali che interagisce almeno una volta al giorno.