Rai e Mediaset potranno partecipare all’asta per l’assegnazione delle frequenze del digitale terrestre (ex beauty contest). Lo sottolinea Agcom nello stesso giorno in cui dà il via alla consultazione pubblica sullo schema di provvedimento allegato alla delibera 550/12/Cons approvata ieri dal Consiglio dell’Agcom (passato con il voto determinante del presidente Marcello Cardani), viste le due astensioni del commissario Antonio Martusciello e Antonio Preto). Il “cap di sistema di 5 mux DvbT – scrive Agcom – avente carattere generale permanente, assimilabile, in quanto tale, a un limite antitrust ex ante, non può che essere rimesso esclusivamente alla potestà legislativa”. Rai e Mediaset potranno concorrere soltanto all’assegnazione delle frequenze a “breve scadenza” (il cui diritto d’uso scade nel 2017, quando è previsto il loro passaggio alla banda larga mobile). “Solo per i tre lotti cosiddetti L – dice l’autorità – è prevista una riserva per particolari categorie di soggetti (nuovi entranti e piccoli operatori)”. Per i restanti lotti U possono partecipare “tutti gli operatori considerato che, al momento, nessuno ha raggiunto il tetto di cinque multiplex in tecnologia Dvb-T”.
D’altra parte, se Rai e Mediaset, che già dispongono di 4 multiplex Dvb-t, decidessero di partecipare all’asta (onerosa) aggiudicandosi il quinto multiplex, non potrebbero più convertire (gratis) i multiplex Dvb-t2 (Rai) e Dvb-h (Mediaset) di cui già dispongono, perché sforerebbero il “tetto di sistema” fissato dalla Commissione Europea a cinque multiplex.
Sei i multiplex messi all’asta: tre del sottoinsieme U (lotti U1, U2, U3), con un diritto d’uso per cinque anni, in quanto la banda 700 MHz dovrà essere ripianificata; tre del sottoinsieme L (lotti L1, L2, L3) destinati alla sola TV per 20 anni. “Le previsioni normative della legge 44/2012 – che ha dato avvio alla procedura di gara – hanno portato l’Autorità a riservare un diverso trattamento alle frequenze della banda 700 Mhz, destinate in un prossimo futuro al radiomobile di nuova generazione (Lte): un segnale chiaro della strategia dell’Autorità che mira all’uso efficiente delle risorse frequenziali”, scrive l’Agcom, mostrando un fortissimo commitment dell’Agcom per lo sviluppo della banda larga mobile.
“Lo schema di provvedimento approvato rappresenta la condizione per chiudere la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia”, fa sapere l’Agcom.
Lo schema prevede che nessun operatore TV possa arrivare a detenere più di 5 mux, all’esito della gara. Rai e Mediaset dispongono già di 4 multiplex per il digitale terrestre, ma entrambe ne hanno anche un quinto, per altri utilizzi: quello della Rai è destinato al Dvbt-2 (il digitale terrestre di seconda generazione), quello di Mediaset utilizzabile per la tv via cellulare (il Dvb-h). Per partecipare alla gara Rai e Mediaset dovrebbero restituire i multiplex in più di cui dispongono per non superare il tetto antitrust.
Lo schema di gara consente di concorrere per tutti e tre i mux riservati (lotti L), con scadenza d’uso ventennale, ai soli operatori nuovi entranti o piccoli (ossia che detengono un solo mux). Fra i player che dispongono di un solo mux ci sono Europa 7, D Free di Tarak Ben Ammar, Rete Capri, che potranno partecipare all’asta per tutti e tre i mux del lotto L, quello più pregiato.
Il provvedimento dell’Agcom consente agli operatori già in possesso di due mux di concorrere per due dei tre mux riservati, mentre limita a un solo mux riservato la partecipazione degli operatori integrati attivi su altre piattaforme. In quest’ultima categoria ci sono soggetti come Sky e Telecom Italia, già operativi su altre piattaforme (satellite e telefonini) che potranno quindi concorrere esclusivamente per l’assegnazione di un multiplex.
All’esito della consultazione pubblica nazionale, della durata di trenta giorni, l’Autorità riesaminerà il provvedimento per il successivo inoltro alla Commissione europea, che formulerà su di esso un parere definitivo.
La delibera dell’Agcom recepisce i rilievi fatti dalla Commissione Europea a fine ottobre. L’articolo 13 della delibera 550/12/cons, che stabilisce le regole della gara, ricorda che “Secondo gli uffici della Commissione, le nuove procedure di gara dovrebbero porre rimedio alle distorsioni create dall’infrazione originaria aperta nei confronti dell’Italia”, da parte della Commissione Europa (n 2005/5086), secondo cui la normativa italiana garantiva agli operatori già attivi in tecnica analogica una chiara e sostanziale protezione dalla concorrenza nel mercato radiotelevisivo digitale terrestre.
Il comma ii. dell’articolo 13 precisa “misure specifiche per garantire il rispetto, nella procedura di assegnazione in esame, della misura concordata nel 2009 relativa al “cap”, “avente natura assoluta” di cinque multiplex Dvb-t nazionali che ogni operatore può complessivamente detenere dopo la switch off (“cap di sistema”), “comprendendo, tra le altre cose, la possibile conversione del multiplex Dvb-h”.
Spulciando l’Allegato 1 con le caratteristiche tecniche delle frequenze messe all’asta, le mappe con la copertura dei Lotti L1, L2 e L3 riservati ai nuovi entranti evidenziano che la copertura sitmata della popolazione è pari rispettivamente al 90% (Lotto L1), all’82% (Lotto 2), e al 78% (Lotto L3). In altre parole, i lotti riservati ai nuovi entranti non garantiscono una copertura del 100% della popolazione a differenza dei Lotti U1, U2 e U3, che garantiscono una copertura rispettivamente del 95%, 97% e 97% ma che saranno assegnati per cinque anni prima della ripianificazione legata al loro utilizzo “coprimario” con il broadband mobile.