Serve più interazione tra gli obiettivi previsti dal Decennio Digitale, il piano Ue per la digitalizzazione del Continente e il Pnrr, soprattutto sul fronte delle infrastrutture e dei servizi pubblici digitali. È quanto emerge dalla proposta di decisione del Programma strategico per il 2030 “Percorso per il decennio digitale”.
La proposta anzitutto cristallizza tali obiettivi già articolati in quattro punti cardinali: lo sviluppo delle competenze digitali; il miglioramento e la trasformazione delle infrastrutture digitali; la digitalizzazione delle imprese; la digitalizzazione dei servizi pubblici.
È l’articolo 4 della proposta a elencare gli obiettivi partendo, non casualmente, dalle politiche volte a dotare la popolazione di competenze digitali e a formare professionisti altamente qualificati in tale settore. In particolare, si mira a formare almeno l’80 per cento della popolazione in età compresa tra i 16 e i 74 anni dotata di competenze digitali di base e a raggiungere l’obiettivo di almeno 20 milioni di specialisti impiegati nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic), con una convergenza tra donne e uomini.
Le infrastrutture digitali
L’obiettivo delle infrastrutture digitali sicure, performanti e sostenibili, include, più dettagliatamente: il risultato dell’estensione a tutte le famiglie europee della rete Gigabit e della copertura di tutte le zone abitate con il 5G; una produzione di semiconduttori all’avanguardia e sostenibili nell’Unione che rappresenti almeno il 20 % del valore della produzione mondiale; l’installazione nell’Ue di almeno 10 mila “nodi periferici” a impatto climatico zero e altamente sicuri, distribuiti in modo da garantire l’accesso a servizi di dati in pochi millisecondi ovunque si trovino le imprese; la realizzazione entro il 2025 del primo computer quantistico a disposizione dell’Unione, che le consenta di svolgere un ruolo d’avanguardia in termini di capacità quantistiche entro il 2030.
La trasformazione digitale delle imprese
Nel settore della trasformazione digitale delle imprese la proposta mira a che almeno il 75 % delle imprese dell’Unione faccia uso di servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale, richiedendo altresì un livello base di intensità digitale per oltre il 90 % delle piccole e medie imprese (Pmi) dell’Unione; altri obiettivi specifici consistono nell’aumento di scale-up innovative, la garanzia del loro accesso ai finanziamenti, almeno raddoppiando il numero di imprese “unicorno”.
La PA digitale
Da ultimo, l’obiettivo della digitalizzazione dei servizi pubblici include l’accessibilità on line di tutti i servizi pubblici principali; l’accesso alle rispettive cartelle cliniche elettroniche del 100 per cento dei cittadini, e l’uso dell’identificazione digitale da parte di almeno l’80 per cento.
In questo quadro – si legge nella proposta, relatrice Mirella Liuzzi del Movimento 5 Stelle – appaiono meritevoli di un chiarimento le modalità di interazione delle finalità e degli obiettivi relativi della proposta alle reti digitali e all’innovazione della PA con gli obiettivi previsti dai Piani nazionali di ripresa e di resilienza in riferimento al pilastro della transizione digitale.
In particolare, si segnala l’opportunità di un approfondimento circa il coordinamento tra i programmi di riforme e di investimenti delineati dagli Stati membri nei Piani nazionali di ripresa e di resilienza sottoposti alla Commissione e da questa approvati, da un lato, e le politiche, le misure e le azioni che gli Stati membri saranno tenuti ad adottare all’interno delle rispettive tabelle di marcia strategiche per il decennio digitale.
La governance
Passando alle disposizioni istitutive del quadro di governance, in sostanza, per garantire la realizzazione di tali ambiziosi obiettivi la proposta istituisce un meccanismo di monitoraggio e cooperazione che coinvolge la Commissione, che in un primo tempo dovrebbe definire le traiettorie previste dell’Ue per ciascun obiettivo insieme agli Stati membri, mentre questi ultimi a loro volta dovrebbero proporre le tabelle di marcia strategiche nazionali per rispettare tali roadmap.
“In conclusione – spiega Liuzzi – ritengo che la proposta di decisione al nostro esame introduca novità rilevanti sotto il profilo della governance e dei meccanismi di cooperazione tra Stati membri e Commissione europea nell’attuazione delle strategie e delle politiche nazionali in materia di transizione digitale. L’esame della proposta di decisione consente alla nostra Commissione di fornire un contributo nell’esame in corso da parte delle istituzioni europee, contributo che appare opportuno adottare prima della scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti al Parlamento europeo”.