Riconoscere Meta, la holding a cui fanno capo Facebook e Instagram, come “organizzazione estremista”. A chiederlo è l’ufficio del procuratore generale di Mosca, in risposta alla decisione delle due piattaforme social di consentire agli utenti di postare contenuti contro la Russia.
A dare la notizia è l’agenzia di stampa russa Tass, che riporta il contenuto di un comunicato degli uffici giudiziari di Mosca. “Quello che Meta sta facendo può essere definito ‘incitamento all’odio razziale’, che nella legislazione russa si qualifica come estremismo”, commenta il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin.
Da questa constatazione è partita la richiesta a Roskomnadzor, l’authority che vigila sulle comunicazioni in Russia, in segno di protesta contro la temporanea deroga ai messaggi di odio decisa da Meta sulle controllate Facebook e Instagram, che di fatto consente la pubblicazione di contenuti indirizzati verso le forze armate russe dispiegate sul campo in Ucraina.
Secondo quanto annunciato dall’ufficio stampa del presidente della federazione russa, Dmitry Peskov, Mosca sarebbe decisa a oscurare – dopo Facebook – anche Instagram, se Meta non penderà la decisione di bloccare gli appelli alla violenza contro i russi, compreso il personale militare.
A confermare le intenzioni di Mosca è anche il presidente della Commissione per la politica d’informazione della Duma, Alexander Khinshtein, che chiede a Meta di fornire chiarimenti sul proprio atteggiamento. “Dobbiamo sentire la conferma che Meta rifiuti il dialogo con Roskomnadzor – sottolinea – Se è così, credo che sarà necessario utilizzare i meccanismi d’intervento e risposta disponibili, i più duri possibile, ovvero il blocco di Internet sul territorio russo”.