Son stati oltre 13mila i voti online per i 22 progetti finalisti del “Premio Nazionale per le Competenze Digitali”, promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale nell’ambito di Repubblica Digitale e sviluppato con il supporto di Formez PA. Il progetto che ha ottenuto più voti è “Programma il Futuro” del Laboratorio Informatica & Scuola del Cini, il Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica.
Come si è svolta la votazione online
In due settimane (dal primo al 15 marzo) sono stati più di 12mila gli utenti che hanno effettuato l’accesso con Spid alla piattaforma ParteciPa per votare uno o più progetti finalisti scelti dalla Giuria del Premio, l’iniziativa pensata per individuare pratiche di formazione innovative e far emergere le “buone pratiche” in modo da poterne estendere la replicabilità in altri contesti e concorrere al superamento dell’analfabetismo digitale.
Oltre a “Programma il Futuro”, in concorso nella categoria “Digitale nell’educazione per le scuole”, i più votati di ciascuna sezione sono stati: Innovation Lab e Palestre Digitali del Veneto per “Digitale per tutti”, Connessi in buona compagnia per “Digitale inclusivo” e Girls Code It Better per “Digitale contro il divario di genere”.
Come procederà la selezione
La parola torna ora alla giuria che, in base alla propria valutazione e al giudizio espresso dal pubblico, individuerà i quattro vincitori del Premio, uno per categoria, e assegnerà le menzioni speciali. I vincitori saranno annunciati in occasione di un evento finale di premiazione.
Al Premio hanno concorso complessivamente 122 iniziative candidate da terzo settore, pubbliche amministrazioni e imprese.
Riduzione del digital divide
Repubblica Digitale è l’iniziativa strategica nazionale, promossa dal ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e coordinata dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, nel quadro della strategia “Italia 2025”. L’obiettivo è la riduzione del divario digitale e la promozione dell’educazione sulle tecnologie del futuro, supportando il processo di sviluppo del Paese.
Gli obiettivi da raggiungere entro il 2025
I servizi pubblici digitali, si legge nello “statuto” di Repubblica Digitale, devono essere inclusivi e accessibili per tutti e tutte, senza nessun tipo di discriminazione, né alcuna forma di divario. Possedere le necessarie competenze digitali è fondamentale per poter esercitare pienamente i diritti di cittadinanza. Nella trasformazione digitale in corso nessuno deve essere lasciato indietro.
Per chiudere entro il 2025 il gap attuale con Paesi come Germania, Francia, Spagna e rendere il digitale opportunità reale di crescita sociale ed economica, sono state definite delle azioni di sistema, incluse nel Piano Operativo della Strategia per le competenze digitali che contiene le misure ritenute necessarie per abbattere l’analfabetismo digitale e sviluppare un percorso necessario di cambiamento culturale in tutti i settori della società.
Al primo obiettivo elevare al 70% la quota di popolazione con competenze digitali almeno di base, con un incremento di oltre 13 milioni di cittadini rispetto al 2019, e azzerare il divario di genere. Ancora,duplicare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate e triplicare il numero dei laureati in Ict e quadruplicare quelli di sesso femminile, oltre a duplicare la quota di imprese che utilizza i big data. Per finire, incrementare del 50% la quota di Pmi che utilizzano specialisti Ict e aumentare di cinque volte la percentuale di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici, arrivando al 64%.
L’analfabetismo digitale italiano
Secondo i dati 2019, il 58% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni (26 milioni di cittadini) non ha le competenze digitali di base – rispetto al 42% della media dell’Unione Europea – e di questi 11 milioni non sono utenti di Internet. La carenza di competenze digitali nei diversi ambiti sociali ed economici, per cui l’Italia risulta tra i Paesi europei più in difficoltà, dimostra di essere uno dei maggiori freni allo sviluppo del Paese.
I principali indicatori nazionali e internazionali relativi all’area dell’economia e della società digitale mostrano che l’Italia è penalizzata in modo significativo nella crescita digitale da una carenza di competenze nella popolazione, che influenza negativamente, oltre all’occupabilità, la possibilità di esercitare i diritti di cittadinanza e la partecipazione consapevole al dialogo democratico e la capacità del Paese di rispondere alle esigenze dei nuovi mercati e dei lavori ad essi correlati, in gran parte legati alle tecnologie emergenti.