Zte chiude la causa penale negli Stati Uniti per illeciti nell’export: un giudice del Texas ha posto fine a cinque anni di sospensione condizionata a carico dell’azienda, ovvero il periodo di probation scattato dopo che, nel 2017, Zte aveva ammesso di aver effettuato vendite all’Iran in violazione del regime di controllo delle esportazioni varato dagli Usa. Ammettendo la colpevolezza, Zte aveva patteggiato e acconsentito a pagare una multa di quasi 900 milioni di dollari. La chiusura del procedimento penale ha fatto schizzare il titolo fino a un +60% alla Borsa di Hong Kong.
“Ban” chiuso, ma Washington può tornare all’attacco
Il giudice statunitense ha deciso di non procedere oltre nei confronti di Zte, nonostante abbia rilevato possibili comportamenti illeciti che violano la probation e potrebbero richiedere nuove sanzioni. Essendo stato raggiunto il massimo del periodo di sospensione condizionata della pena ed essendo stata inflitta l’ammenda più alta possibile ha chiuso il procedimento. Il giudice ha tuttavia invitato il governo a procedere con altri possibili capi di imputazione e ulteriori sanzioni contro Zte, specialmente per materie relative alla compliance sulle esportazioni.
In un altro procedimento del 2018 il dipartimento del Commercio Usa aveva determinato che Zte aveva dichiarato il falso relativamente ai provvedimenti nei confronti dei manager che si erano resi responsabili delle vendite in Iran e aveva di conseguenza varato un divieto totale per l’azienda di acquistare componenti di fabbricazione americana che di fatto ne ha bloccato le attività negli Usa.
Zte ha di conseguenza patteggiato per poter ottenere la revoca del ban: ha pagato una multa di un miliardo di dollari, ha acconsentito a cambiare i vertici aziendali e a cooperare con un organo di vigilanza nominato dal Dipartimento del commercio e che resterà in piedi per dieci anni.
Zte: “Importanti miglioramenti nella compliance”
Sulla compliance “l’azienda ha fatto passi in avanti”, ha affermato il giudice che ha posto fine alla probation. Prima il programma di conformità alle norme sull’export degli Stati Uniti era “non esistente”, ora viene applicato “qualche volta”, ha affermato.
In una dichiarazione per i media Zte si è detta “orgogliosa degli importanti miglioramenti nella cultura interna e nel programma di compliance” e che ha le intenzioni di fare della conformità alle leggi “il perno del suo sviluppo strategico”.
Le difficoltà negli Stati Uniti hanno portato l’azienda cinese a potenziare la presenza sui mercati internazionali. Nel 2021 Zte ha messo a segno un fatturato in crescita del 12,9% rispetto al 2020, pari a 114,5 miliardi di Rmb. L’utile netto attribuibile ai titolari di azioni ordinarie della società quotata ha raggiunto 6,8 miliardi di Rmb, in crescita del 59,9% rispetto all’anno precedente, mentre l’utile netto dopo le voci straordinarie attribuibile sempre ai titolari di azioni ordinarie è di 3,3 miliardi di Rmb, con un aumento del 219,2% su base annua. L’utile base per azione è stato di 1,47 Rmb. Durante il periodo, il flusso di cassa netto della società dalle attività operative è stato di 15,7 miliardi di Rmb, pari ad un aumento del 53,7% anno su anno.