Il governo accelera sulla cooperazione con la Francia, puntando su due pilastri strategici, chip e cloud. L’annuncio arriva dal ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, audito dalla commissione Affari esteri della Camera nell’ambito dell’esame del ddl recante Ratifica ed esecuzione del Trattato Italia-Francia per una cooperazione bilaterale rafforzata.
“Riguardo alla politica industriale Italia-Francia, i due Paesi devono poter lavorare congiuntamente sui progetti di valore transfrontaliero, che in prospettiva possono essere un ‘game changer’ – ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Ginancarlo Giorgetti – Mi riferisco tanto alle infrastrutture, come i corridoi 5G, quanto agli investimenti congiunti. Il punto di partenza per creare filiere integrate è rappresentato dagli importanti progetti di comune interesse europeo, gli ‘Ipcei’. Abbiamo già avviato il lavoro su microelettronica e batterie, e ricordo il caso di Stm, che è una delle più belle realtà tecnologicamente evolute di compartecipazione italo-francese. A breve lanceremo iniziative su idrogeno, microprocessori, cloud salute e materie prime”.
E Giorgetti, intanto, ha lanciato i contratti di sviluppo per chip e microelettronica. A partire dalle ore 12 di lunedì 11 aprile le imprese potranno presentare domanda di agevolazione per gli investimenti nelle filiere industriali strategiche e innovative, attraverso lo strumento che ha a disposizione risorse complessive pari a circa 3,1 miliardi di euro.
Entrando nel dettaglio al sostegno di investimenti nelle filiere produttive strategiche sono destinati 750 milioni di euro per favorire progetti legati alla digitalizzazione, all’innovazione e competitività del made in Italy nei settori: automotive, agroindustria, design, moda e arredo, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, chimica e farmaceutica. Di queste risorse almeno il 40% agevolerà progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Un miliardo di euro è invece dedicato al rafforzamento degli investimenti sulle principali filiere della transizione ecologica, incentivando programmi di ricerca e innovazione nonché i processi di riconversione industriale attraverso la costruzione di Gigafactory nel settore delle batterie, a cui verranno destinati 500 milioni della dotazione finanziaria, mentre per le tecnologie dei pannelli fotovoltaici e per l’industria eolica saranno rispettivamente destinati 400 milioni e 100 milioni.
Guerra Ucraina, la Ue pronta a nuove sanzioni
E sui chip si concentra anche l’attenzione della Ue in vista di nuove sazioni alla Russia, a seguito dell’invasione ucraina.
“Ci saranno ulteriori divieti all’esportazione mirati, del valore di 10 miliardi di euro, nelle aree in cui la Russia è vulnerabile – ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in un videomessaggio – Ciò include ad esempio computer quantistici e semiconduttori avanzati. Ma anche macchinari e mezzi di trasporto delicati. Con questo continueremo a degradare la base tecnologica e la capacità industriale della Russia”.
Bruxelles intende dunque seguire l’esempio degli Usa che il 3 aprile ha annunciato una nuova ondata di sanzione tech contro la Russia. In una nota la Casa Bianca spiega che queste misure mirano a indebolire le compagnie informatiche locali.
A pagarne le conseguenze il principale chipmaker, Mikron, di recente si è riconvertita allo sforzo bellico, fornendo attrezzature informatiche all’esercito russo.
Oltre a Mikron, altre 20 compagnie informatiche russe sono state colpite dalle sanzioni americane, tra cui NII-Vektor, che produce componenti per satelliti, e T-Platforms, che si occupa di supercomputer e datacenter. Al momento, le sanzioni potrebbero avere effetti su settori come quello aerospaziale, marittimo, dei sensori e dell’elettronica in generale.