LA RELAZIONE

5G, Ascani: “Crea opportunità straordinarie per l’audiovisivo”

La sottosegretaria al Mise: “Il governo vuole mettere le basi per la creazione di campioni europei. Con il Pnrr abbiamo iniziato dal dotare il Paese di tutte le infrastrutture che servono”. Imperiali (Auditel): “Upgrade con total audience ci rende best in class internazionale”

Pubblicato il 11 Apr 2022

anna ascani

Tra i settori in cui il 5G porterà benefici importanti c’è anche quello dei Media e dell’audiovisivo. A sostenerlo durante il suo intervento in Senato alla presentazione della Relazione Annuale Auditel 2022, “Mercato globalizzato e transizione digitale: le nuove sfide per la TV e per Auditel”, è Anna Ascani, sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico: “Il 5G è la tecnologia del futuro più prossimo. Oggi può dare opportunità eccezionali grazie non solo alla velocità ma anche alla bassa latenza – afferma – Nel mondo dell’audiovisivo può attivare opportunità straordinarie. Abbiamo messo in campo un bando su 5G e audiovisivo, ad esempio, mettendo in connessione operatori di tlc e dell’audiovisivo. Questa convergenza è cruciale per il futuro. E stiamo seguendo il passaggio alla televisione digitale, una delle sfide attualmente più complesse”.

Ascani ha puntato l’attenzione anche sul ruolo dell’Italia in campo internazionale: “Noi dobbiamo non tanto proteggere il mercato – sottolinea – ma metterci in condizione di competere sul mercato. A fronte dei giganti internazionali del digitale, il rischio di essere campioni della legislazione e non campioni europei veri e propri è un rischio concreto. Quello che sta facendo il governo è mettere in condizione il paese di avere tutte le infrastrutture che servono per competere e accelerare questo processo di creazione di campioni europei. Le reti di nuova comunicazione hanno un ruolo centrale, la prima cosa che con il Pnrr stiamo facendo è quella di dotare il nostro paese di tutte le infrastrutture che servono”.

“Nell’indice Desi il nostro Paese è passato dal 25esimo al 20esimo posto, anche se questa posizione è tutt’altro che onorevole – spiega Ascani – C’è da fare molto, da completare il piano aree bianche, quelle a fallimento di mercato, rispetto al quale ci stiamo impegnando. Altrettanto importante è quello su aree grigie, il piano per scuola e sanità connessa e il piano sul 5G, tecnologia che sul settore tv ha ruolo importantissimo”.

Imperiali (Auditel): “Tv in streaming terreno di sfida per i colossi Usa”

Ad analizzare ciò che sta succedendo nel campo dei media internazionali è Andrea Imperiali, presidente di Auditel: “Il 2021 e l’inizio del 2022 ci consegnano un assetto da cui non solo non si può prescindere, ma dal quale è opportuno incominciare per meglio comprendere i cambiamenti realizzati e quelli che ci attendono nei prossimi mesi. A livello mondiale, l’industria dei contenuti audiovisivi è stata caratterizzata da rilevanti fenomeni di concentrazione e consolidamento che hanno riguardato sia gli Stati Uniti sia l’Europa“.

“La fruizione da familiare è diventata individuale, da indoor è diventata in mobilità, da lineare a on demand – afferma Imperiali – E questo grazie a circa 60 tipologie diversi di device attraverso i quali si può accedere oggi ai contenuti audiovisivi”. Una delle risposte che Auditel mette in campo per questo cambiamento, in un panorama in cui ai 45 milioni di schermi tradizionali se ne aggiungono 75 milioni di “connessi”, è l’introduzione della Total Audience: “Auditel continuerà ad agire da presidio autorevole, imparziale, efficiente – assicura Imperiali – Un presidio che non contempla deroghe, e che intendiamo interpretare con sempre maggiore rigore e, soprattutto, con civile passione”. Oltre alla misurazione di tutti i contenuti fruiti attraverso tutte le piattaforme e i device, in casa e in mobilità, live e on demand, nel suo intervento Imperiali ha parlato della  riorganizzazione dell’ascolto non riconosciuto, cioè la riclassificazione degli ascolti non identificati, non misurati e non visibili, e il lancio del Cusv, il codice univoco degli spot video, per tracciare ogni singolo spot pubblicitario online e offline, integrato nella misurazione degli ascolti. “Un upgrade – sottolinea – che posiziona Auditel a livello di best in class sul piano internazionale”.

“Non ci sono dubbi – prosegue Imperiali – la Tv in streaming è il palcoscenico globale della sfida in atto fra i giganti statunitensi, che muovono tutti alla conquista dell’Europa e dell’Asia e, pur di acquisire quote rilevanti di abbonati, adottano politiche di prezzo sempre più competitive”.

“Negli Stati Uniti – prosegue – dopo l’esplosione di Netflix e l’acquisizione della Twenty Century Fox da parte di Disney, con grandi benefici per Disney+, è andata in porto la fusione Discovery – Warner-Hbo. Amazon ha acquisito Metro Goldwin Mayer per arricchire l’offerta di Prime Video, e Comcast – che in Europa controlla Sky – ha lanciato sul mercato internazionale la nuova piattaforma streaming Peacock. ViacomCbs ha cambiato il nome in Paramount Global e vuole arrivare a 100 milioni di abbonati con Paramount+, che, oltre ogni aspettativa, è già a quota 56 milioni”.

Moles: “Regolamento Copyright in dirittura d’arrivo”

“Siamo a pochissimo dal regolamento attuativo della direttiva copyright. A livello parlamentare c’è una unità di intenti su questo tema, e siamo quasi alle battute finali di questo regolamento: tutto questo spero che sia un tassello fondamentale anche per il recepimento delle altre direttive a livello europeo”. Lo ha detto durante la presentazione della Relazione Auditel 2022 Giuseppe Moles, sottosegretario con delega all’Editoria, sottolineando come gli elementi da salvaguardare siano “pluralità e qualità dell’informazione, insieme alla rimozione di squilibri o posizioni dominanti”.

“Parto dal presupposto che lo sviluppo tecnologico è molto più veloce della norma – aggiunge – quindi abbiamo la necessità di guardare a una regolamentazione intera del settore in modo tale da non consentire squilibri o posizioni dominanti, perché altrimenti non avremmo la qualità certificata dell’informazione che è data anche e soprattutto dalla professionalità di chi fa informazione e dal pluralismo dell’informazione”.

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