Preallerta per i consiglieri di Tim Partecipacoes, il ramo brasiliano di Telecom Italia, per un possibile consiglio di amministrazione il prossimo 4 dicembre. Lo scrive il Sole il 24 Ore secondo cui c’è grande attesa per le nuove linee direttive che Andrea Mangoni, neo amministratore delegato di Tim Partecipacoes, nonché dg per l’America Latina di Telecom Italia, illustrerà al management per il mercato strategico del Brasile.
Nel Paese, che costituisce una fonte di introiti fondamentale per tutto il gruppo, Tim Brasil è al secondo posto nella telefonia mobile dopo il gruppo Vivo controllato da Telefonica ma ora il business va riposizionati perché non subisca rallentamenti. L’Autorità locale delle telecomunicazioni, l’Anatel, ha però imposto investimenti da 9 miliardi di reais anticipati rispetto al previsto piano triennale. Un’occasione di crescita per linee esterne è fornita dalla brasiliana Nextel, ma anche, nella rete fissa, dalla messa in vendita di Gvt da parte di Vivendi.
L’interesse di Telecom Italia per Gvt è collegato al fatto che l’operatore è una sorta di Metroweb attiva soprattutto nel ricco Sud, mentre l’infrastruttura fissa di Telecom – Intelig – è collocata al Nord. Intelig però è a supporto del mobile, mentre Gvt aprirebbe nuovi orizzonti nella fibra ottica. Il problema è il prezzo. I francesi di Vivendi, che controllano Gvt che l’avevano rilevata nel 2009 per circa 3 miliardi di euro, non intendono cederla per meno di 7 miliardi (le stime arrivano fino a 9). Significherebbe –secondo il quotidiano – essere disposti a riconoscere multipli molto elevati. Secondo la Sim transalpina Exan, Gvt quest’anno arriverà a un Ebitda di 700 milioni e 900 nel prossimo. Alla valutazione di 7 miliardi, il multiplo sull’Ebita sarebbe di 10 volte sul 2012 e 7,8 volte sul 2013. Tim Participaçoes (holding di Tim Brasil) viaggia in Borsa a multipli molto inferiori, pari a 3,8-3,4 volte l’Ebitda (2012-2013), Telefonica Brasile (che è anche fisso con Telesp) a 4,6-4,4, l’America movil di Carlos Slim è oltre 5. E proprio il prezzo troppo alto ha fatti fare un passo indetro a Oi.
Le somme si tireranno nel Cda di Telecom Italia del prossimo 6 dicembre.