I giornalisti de La7 si dicono “preoccupati dalle voci ricorrenti su cordate raffazzonate e aspiranti acquirenti privi di profilo editoriale e televisivo e dalla prospettiva di una separazione della tv dalla rete di trasmissione”. Lo scrivono in una nota diffusa dal Comitato di redazione della testata, tornando a “chiedere chiarezza sulla vicenda della cessione dell’emittente, ancora nebulosa”.
I cronisti di uno dei due canali televisivi posseduti da Telecom Italia Media (l’altro è Mtv) sottolineano che “per ben due volte sono stati riaperti i termini per la presentazione delle offerte per la tv e le sue infrastrutture (ripetitori e frequenze), e si sono allungati i tempi per individuare il futuro proprietario”.
Auspicano quindi che, come assicurato dal presidente Franco Bernabé, “si scelga per La7 un editore vero, con un piano industriale e le risorse necessarie per l’ulteriore rilancio dell’emittente, che ha dimostrato negli ultimi anni, grazie proprio al Tg e all’informazione prodotta dalla redazione, le sue potenzialità sul mercato pubblicitario”.
“L’assemblea dei giornalisti de La7 – prosegue il comunicato – esprime grande preoccupazione per gli ultimi conti di Timedia, dovuti alla scelta di affidare all’esterno la realizzazione di programmi ad alto costo e basso rendimento, anche di natura giornalistica, e chiede all’azienda e alla direzione spazi in palinsesto per prodotti di informazione, peraltro già annunciati, da realizzare, con risorse professionali interne”.
Infine i giornalisti chiedono l’apertura di un tavolo sulle questioni rimaste aperte come l’accantonamento del Tfr, la corretta applicazione del Contratto nazionale di lavoro e degli accordi aziendali.
Più volte negli ultimi mesi è slittata la scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti per la cessione di Telecom Italia Media. Adesso il termine ultimo è il 3 dicembre.
All’inizio di ottobre era stata aperta la cosiddetta ‘data room’ attraverso la quale i pretendenti avevano potuto accedere alle informazioni sensibili messe a disposizione della società per poter effettuare la due diligence. In corsa c’erano in quel momento Clessidra di Claudio Sposito, che tra i suoi consulenti annovera Marco Bassetti, ex numero uno di Endemol; Discovery Channel, distribuito dalle pay tv di tutto il mondo e anche in Italia da Sky; e H3g, guidata da Vincenzo Novari e controllata dalla cinese Hutchison Whampoa. Aveva ottenuto l’accesso dalla data room anche la Cairo Communications che già raccoglie la pubblicità per il canale La7.