Anche due grandi organismi statunitensi, impegnati per la tutela della privacy hanno chiesto a Facebook – dopo le proteste dell’authority irlandese- di bloccare gli annunciati cambiamenti nella governance e nelle privacy policies.
Marc Rotenberg, presidente dell’Electronic Privacy Information Center (Epic), centro di ricerca di Washington focalizzato su libertà civili e privacy, e Jeffrey Chester, alla guida del Center for Digital Democracy (Cdd), impegnato nella tutela dei consumatori Usa, hanno scritto al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, sostenendo che i cambiamenti proposti “rappresentano un rischio per la riservatezza dei dati degli utenti”.
Il 22 novembre il gigante social aveva annunciato modifiche alla sua “Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità” e alle politiche di utilizzo dei dati. In particolare si diceva pronto ad abbandonare il meccanismo attraverso cui gli utenti possono dare il “voto” a eventuali cambiamenti della sua governance. “Abbiamo riscontrato che il meccanismo di votazione – aveva scritto nel suo blog Elliot Schrage, vicepresidente di comunicazioni, public policy e marketing di Fb – ha incentivato la quantità dei commenti a scapito della loro qualità”. Tra le altre novità proposte l’addio all’opzione che permetteva di scegliere chi ci poteva inviare un messaggio. Dovrebbero poi essere introdotti promemoria su chi può vedere cosa, visto che capita a un numero sempre maggiore di utenti di provare a nascondere informazioni sulla propria Timeline mentre queste restano visibili nelle Notizie, sui diari di altre persone o nei risultati di ricerca. Inoltre gli utenti potrebbero avere a disposizione nuovi filtri per gestire i messaggi in arrivo.
L’Epic e il Cdd hanno sollevato la questione “privacy” solo dopo qualche giorno che l’ufficio dell’Irish Data Protection Commissioner (Dpc), organismo regolatorio per la privacy in Irlanda, aveva chiesto chiarimenti “urgenti” a Facebook sullo stesso argomento. Oltre a essere responsabile dell’applicazione e monitoraggio della legislazione sulla protezione dei dati in Irlanda, il Dpc si occupa anche della tutela dei dati degli utenti di Facebook nell’Unione europea perché il quartier generale internazionale di Fb è a Dublino. Il Commissioner aveva dunque lanciato un avvertimento al gigante social, specificando: “Se valuteremo che i cambiamenti proposti richiedono uno specifico consenso da parte degli utenti della Ue, chiederemo a Fb di ottenerlo”.