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WindTre, Roberto Basso: “Sui limiti elettromagnetici l’Italia fa autogol”

Il Direttore External Affairs and Sustainability: “Insieme alla stratificazione normativa e alla frammentazione amministrativa questi tetti creano uno svantaggio competitivo e frenano le roadmap di 5G e fibra”

Pubblicato il 03 Mag 2022

Roberto Basso WindTre

La disponibilità di servizi di rete ad alta capacità consente di supportare su larga scala le applicazioni evolute per esprimere appieno tutte le potenzialità delle infrastrutture in fibra e 5G, ridurre il digital divide e portare al più ampio numero di persone e imprese i benefici dell’economia digitale. Lo ha detto Roberto Basso, Direttore External Affairs and Sustainability di WindTrea Telco per l’Italia, l’evento CorCom-Digital360.

“Questo scenario richiede un ulteriore impegno da parte delle telco per la realizzazione delle infrastrutture di rete di ultima generazione e delle soluzioni da queste abilitate”, ha sottolineato Basso, e per supportare questo impegno le telco chiedono alle istituzioni misure di semplificazione burocratica e di incentivo alla digitalizzazione. In particolare, adeguamento dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche, efficace semplificazione normativa e più competenze digitali.

La burocrazia frena la roadmap di 5G e fibra

Secondo lo studio “Il settore Telco in Italia: assetto normativo e analisi di impatto”, realizzato da Luiss Business School e sostenuto da WindTre, solo il 61% delle famiglie italiane è abbonato a servizi a banda larga. Se il Paese si allineasse alla velocità media dell’Ue, nel 2025 il Pil registrerebbe 40,9 miliardi di euro aggiuntivi. Inoltre, se la percentuale di aziende coperte dalla banda larga in Italia raggiungesse il valore medio Ue, il nostro Pil registrerebbe, nel 2025, 110 miliardi di euro aggiuntivi.

“Lo studio della Luiss indica che un miliardo di euro investito in banda ultralarga genera fino a 2,7 miliardi di valore. Ma in Italia si rischia di bruciare questa opportunità a causa dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche che sono privi di fondamento e impattano sulla roadmap del 5G, dell’Fwa e della banda ultralarga fissa“, ha affermato Basso.

La legislazione sull’elettrosmog non è l’unico problema, secondo il manager di WindTre. “C’è anche la stratificazione normativa, che riduce la certezza del diritto. A ciò si aggiunge un terzo elemento, la frammentazione amministrativa: le telco devono chiedere permessi a tanti enti diversi che spesso danno risposte eterogenee”.

Il nodo delle emissioni elettromagnetiche

I fondi del Pnrr dedicati alla digitalizzazione rappresentano una grande opportunità per colmare i ritardi. Tuttavia, per concretizzare questa opportunità è fondamentale intervenire con misure di semplificazione burocratica e di incentivo alla digitalizzazione, con l’obiettivo di agevolare il lavoro delle telco e di rendere possibili gli investimenti necessari, ha concluso Basso.

“Oltre all’adeguamento dei limiti elettromagnetici a quelli in uso nel resto dell’Ue, occorrono incentivi per la diffusione delle competenze digitali, della connettività a banda ultralarga e delle soluzioni evolute per famiglie e aziende”, ha detto il managere. “Solo attraverso interventi di questo tipo, con una sinergia tra aziende e istituzioni, sarà possibile completare l’evoluzione digitale del Paese per una vera ripartenza”.

Le telco italiane hanno investito più di 65 miliardi di euro negli ultimi dieci anni per le reti di nuova generazione. “Queste risorse – ha proseguito Basso – hanno consentito al Paese di compiere importanti progressi nell’ambito delle infrastrutture digitali, nonostante un grave deficit di cultura digitale che rende il mercato meno recettivo”.

Le sinergie con i competitor

“La connettività è un importante strumento per ridurre le distanze, sia attraverso la semplice comunicazione, sia tramite soluzioni tecnologiche in grado di abilitare servizi, come la teleassistenza o il lavoro da remoto, anche in borghi e aree un tempo considerati esclusivamente luoghi di vacanza e ora potenzialmente meta di smart worker”, ha proseguito il manager di WindTre.

Anche per questo l’azienda ha siglato un accordo con Iliad per co-investire nelle aree meno densamente popolate e a bassa redditività e sfruttare le sinergie in termini operativi e di costi. Nel settore delle telecomunicazioni, ha concluso Basso, “i prezzi scendono e i costi salgono e per recuperare il capitale investito e investire ancora, le alleanze e le sinergie tra operatori sono la strada per evitare ridondanze sulla copertura, ormai quasi totale, e garantire la qualità e la capillarità dei servizi a cittadini e imprese”.

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