TELCO 4 ITALY

Fastweb, Di Feliciantonio: “Avanti tutta sulle infrastrutture, ma per noi senza fondi Pnrr”

L’External Relations & Sustainability Officer esprime “fortissimi dubbi” sulle possibilità di rispetto delle deadline delle gare: “L’eccessiva sovrapposizione crea strozzature”. E poi l’ulteriore “macigno” del nuovo Golden power: “Necessario ripensare le regole”

Pubblicato il 03 Mag 2022

di feliciantonio

Avanti tutta con la strategia di infrastrutturazione già avviata, ma niente ricorso ai fondi del Pnrr e forte preoccupazione verso le possibilità di rispetto delle deadline delle gare. Lisa Di Feliciantonio, External Relations & Sustainability Officer di Fastweb, ha fatto il punto sul piano investimenti della società a Telco per l’Italia, l’evento CorCom-Digital360, chiarendo i dettagli di un impegno da oltre 3 miliardi finalizzato a portare la rete Fwa a 12 milioni fra famiglie e imprese nelle aree bianche e grigie, con le aree nere dominate dalla fibra.

“La nostra strategia di infrastrutturazione si è dimostrata vincente e ci ha consentito di differenziarci dal mercato – ha puntualizzato Di Feliciantonio -: su questa strada continueremo a perseverare, adattandoci alle evoluzioni del mercato e delle politiche.  Quanto alla parte fibra, poi, a farla da padrona è ormai la partnership con Fibercop, lanciata un anno e mezzo fa: un progetto che si sta rivelando efficace”. In tutto questo, i primi risultati concreti sembrano dare ragione alla strada intrapresa: “Sull’Fwa – ha puntualizzato – abbiamo da poco rilasciato una trimestrale che registrava 2 milioni di case collegate con questa tecnologia, ma il dato dopo un mese è già salito a 2,4 milioni. Un trend positivo e di accelerazione, nonostante i macigni che incombono: dal tema emissioni elettromagnetiche alla complessità di ottenere permessi e autorizzazioni, sino alle complicazioni amministrative che rappresentano un minus penalizzante del quale non si può non tenere conto”.

Niente fondi del Pnrr

In questo grande piano, Fastweb conterà esclusivamente sulle proprie forze.  “Se non per la parte di partnership con Fibercop, per i nostri investimenti standalone non ci affideremo ai fondi Pnrr, ma andremo avanti da soli”, ha chiarito Lisa Di Feliciantonio. E sollecitata ad esprimere un parere in merito alle concrete possibilità di rispetto della timeline dell’execution prevista dalle gare, la External Relations & Sustainability Officer  ha confessato di nutrire “fortissimi dubbi”. “Esiste un tema di incapacità produttiva, che è un dato, un’evidenza – ha puntualizzato -. La sovrapposizione di tanti progetti con le stesse deadline crea un problema enorme, una strozzatura, non solo per gli operatori che devono rispettare le deadline intermedie del Pnrr, ma per tutti, perché crea inevitabilmente una scarsità di offerta di servizi”. A tutto questo, poi, va aggiunto il peso di un “ulteriore macigno”: “La normativa sulla Golden power, appena rinnovata – ha fatto notare -. Un testo che parte dalla corretta volontà di semplificare lo scenario, ma finisce per introdurre delle rigidità che rischiano di impattare sugli operatori e sulle gare del Pnrr”. Un esempio? “La gara per il 5G – ha detto ancora -, che non risulta compatibile con le norme della Golden power e non è rispettabile nelle deadline. E’ necessario che tutto questo  sia tenuto presente”.

Data center e nodi edge: la partita Cloud

Ma Fastweb non guarda solo alla banda ultralarga. In cantiere ci sono anche due nuovi data center e la crescita dei nodi edge, che saliranno a 40 entro il 2025. E insieme con Aruba, tiene banco la candidatura per per la realizzazione del Polo strategico nazionale nell’ambito del Piano cloud. Lisa Di Felciantonio non nasconde che “la partita cloud” peserà “moltissimo sulla strategia di Fastweb di qui agli anni a venire”.

Tutto il tema cloud è un pezzo cruciale della strategia non solo di Fastweb, ma della stessa trasformazione digitale del Paese – ha detto a Telco per l’Italia -. I motivi sono due: da un lato, il contesto delle tlc ormai ipercompetitivo, che rende importante utilizzare servizi avanzati come il cloud per  diversificare e offrire servizi in contesti limitrofi, ampliando la catena del valore dell’offerta. In questo senso, il cloud diventa strumentale per la sopravvivenza delle aziende del settore, dal momento che l’ambito della connettività pura ormai non permette più grandi ragionamenti strategici. In secondo luogo, perché il cloud rappresenta una parte estremamente rilevante nel processo di trasformazione digitale del sistema Paese”.

Grazie alla collaborazione pubblico-privato – ha puntualizzato ancora Lisa Di Feliciantonio  – è possibile “generare un’ampia disponibilità di reti, che deve a loro volta trasformarsi in opportunità di business e innovazione: in questo, il cloud e i nodi edge sono fondamentali”. Lo dimostra il fatto, ad esempio, che “data center resilienti e robusti consentono di mettere  in sicurezza i dati dei clienti”, ma queste nuove frontiere possono essere determinanti anche per lo sviluppo di “applicazioni che creeranno e nuovi modelli di business per aumentare livelli di produttività del Paese”.

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