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Dzs, Lorenzo Micheletti: “La tecnologia c’è, mancano le skill”

Il Direttore Mercato Telco: “Per ottimizzare le reti servono modelli aperti e cloud native. E per colmare la carenza di competenze It negli operatori Tlc bisogna puntare sui system integrator”

Pubblicato il 03 Mag 2022

micheletti dzs

Come affrontare la progettazione delle reti in un mondo in cui la necessità di innovare spesso si scontra con i vincoli tecnologici determinati dalle soluzioni legacy? Secondo Dzs bisogna puntare su modelli aperti, ovvero cloud native, che sfruttano hardware e chip standard, software open source, interfacce documentate e deployment rapidi per aiutare gli operatori a scalare gli investimenti in base alla domanda effettiva. “Si tratta inoltre di un modello intrinsecamente sicuro proprio perché interamente demandato al cloud, e che consente di astrarre il servizio dall’ambiente hardware, semplificando in ambito wholesale lo slicing della rete in base alle caratteristiche definite con ciascuno degli operatori a cui è stato garantito accesso”. A parlare è Lorenzo Micheletti, Direttore Mercato Telco di Dzs, tra i relatori di Telco per l’Italia, l’evento di CorCom-Digital360 andato in scena oggi a Roma.

La mission di Dzs

Dzs è una società internazionale sorta a cavallo di Corea e Stati uniti: è specializzata nelle soluzioni di accesso, nelle open ran, nei software per l’orchestrazione software defined delle reti. “Lavoriamo soprattutto con operatori di seconda e terza fascia, che puntano a competere con i big facendo leva su flessibilità, velocità e cicli operativi agili”, ha spiegato Micheletti. “Parliamo del modello by design, che ha già preso piede tra gli operatori orientali, i quali sono all’avanguardia rispetto alla nostra realtà, con un vantaggio di circa 4-5 anni rispetto a chi utilizza soluzioni più tradizionali”.

Il ruolo dei system integrator

Secondo Micheletti, in Italia la mancanza di virtualizzazione delle infrastrutture genera una serie di inefficienze e incrementi dei costi operativi per affrontare i quali, però, non basta la tecnologia. “Mancano infatti le competenze per gestire queste piattaforme virtualizzate. Essendo software defined, richiedono tecnici con un progilo It, progettisti che capiscano il funzionamento degli ambienti cloud e la logica devops. Skill che nelle telco spesso latitano e che vanno invece ricercate nei system integrator, che diverranno fondamentali per la corretta gestione di questa tipologia di reti”.

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