Sempre più aziende si stanno rendendo conto dei benefici economici, sociali e sanitari derivanti dallo smart working. Un modo per risparmiare sui costi fissi, tra cui, ad esempio, l’affitto o il riscaldamento, per una cifra che mediamente può aggirarsi intorno ai 10.000 euro a dipendente. Iwg, player operativo con i brand Copernico, Regus, Spaces, Signature e HQ, prevede che questo modello di lavoro continuerà dunque ad accelerare nel 2022.
Secondo un’indagine condotta proprio da Iwg il numero di aziende del Ftse 250 interessate ad applicare un modello di ufficio ibrido sia tre volte superiore al numero di imprese che intendo continuare a lavorare come prima della pandemia. Per motivi economici, in primis.
In questo senso i risparmi finanziari per le aziende non sono solo legati alla riduzione dei costi delle utenze necessarie all’interno di un ufficio, ma dipendono anche dall’ubicazione degli uffici stessi. Gli edifici per uffici sono tipicamente concentrati in centri urbani costosi, il che, spesso, significa anche che il personale debba affrontare lunghi spostamenti. Spostamenti che implicano tempo e denaro, che potrebbero essere spesi altrove. Una ricerca di Confused.com ha calcolato che il lavoro ibrido può far risparmiare ai dipendenti in media 391 euro al mese sul viaggio in treno e sulle spese collegate e fino a 152 euro al mese se si spostano in auto, con i pendolari di lunga distanza che risparmiano sostanzialmente di più.
Da evidenziare anche come il lavoro ibrido sia strumento chiave per il work-life balance. Le aziende stanno rispondendo alle richieste di un migliore equilibrio vita-lavoro per i dipendenti, alla luce delle grandi dimissioni. Iwg ha evidenziato che quasi la metà degli impiegati (49%) lascerebbe il proprio lavoro se gli venisse chiesto di tornare in ufficio cinque giorni a settimana, mentre i tre quarti (72%) preferirebbero poter lavorare in modo flessibile a lungo termine piuttosto che tornare in ufficio cinque giorni a settimana con un aumento di stipendio del 10%.
Spazi hub-and-spoke permettono alle aziende di offrire un buon livello di flessibilità, consentendo ai dipendenti di lavorare ovunque abbiano bisogno, che sia a casa, in centro città o in un ufficio flessibile vicino a dove risiedono. I dati di affluenza di Iwgdimostrano un costante aumento delle visite agli spazi di lavoro suburbani e rurali.
Da considerare anche l’impatto ambientale positivo: i dipendenti riducono anche l’impronta di carbonio legata al pendolarismo. Recenti studi hanno calcolato che permettere al personale di lavorare da casa, almeno una parte del tempo, potrebbe ridurre le emissioni legate agli scarichi delle automobili fino al 10 %.
Infine, ma non meno importante, il fatto che il lavoro ibrido non stia solo contribuendo a un risparmio in denaro sia per le aziende, sia per i dipendenti, ma stia anche creando un impatto positivo sulle capacità lavorative dei dipendenti. Un sondaggio PwC condotto l’anno scorso ha rilevato che il 57% dei dirigenti d’azienda ha dichiarato che, grazie a una politica di lavoro più flessibile, le loro aziende hanno ottenuto risultati migliori rispetto al passato per quanto riguarda la produttività, con solo il 4% dei dirigenti d’azienda che ha riportato un calo nella produttività dei dipendenti.
“Il rapido aumento a livello globale dell’adozione del modello di lavoro ibrido, in cui le aziende combinano l’utilizzo della tecnologia per dare ai loro dipendenti un efficace accesso remoto, il lavoro da casa, spazi di lavoro flessibili di prossimità e sedi tradizionali, è qui per rimanere – dice Mark Dixon, fondatore e ceo di Iwg – Non solo i dipendenti beneficiano di un equilibrio vita-lavoro notevolmente migliorato, ma il modello presenta vantaggi significativi per i conti di aziende e dipendenti. Optando per un modello ibrido, le aziende possono aspettarsi di risparmiare una media di 10.000 euro per dipendente, riducendo al contempo le emissioni”.