L'APPELLO

Asati: “Newco Telecom-Cdp non di vitale importanza”

L’associazione dei piccoli azionisti entra nel dibattito spin off: “L’operatore può andare avanti con i piani già previsti”. E invita a non svendere le azioni

Pubblicato il 29 Nov 2012

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Telecom Italia non svenda le azioni. E’ l’invito che Asati rivolge all’operatore in vista del Cda del prossimo 6 dicembre. “Asati conosce perfettamente le qualità delle risorse umane e finanziarie disponibili nella Società e i possibili sviluppi potenziali in Italia e all’Estero – si legge nella nota firmata dai piccoli azionisti – Alla luce dello scenario attuale Asati ritiene che l’obbiettivo della riduzione del debito (su cui si è ben operato con circa meno 9.5 miliardi rispetto a fine 2007) sia ottenibile da TI anche in tempi meno stringenti di quanto proposto alla comunità finanziaria”. In particolare se a fine 2012 si raggiuge 28.5 e l’obbiettivo di 25 miliardi a fine 2014 si recupererebbe un miliardo l’anno, secondo Asati .”TI tra l’altro – precisa la nota – non ha alcuna difficoltà a pagarlo alle scadenze prefissate e ad un tasso di interesse di mercato contenuto perché rinegoziato con molta professionalità ed accortezza”.

In questo scenario – secondo Asati – l’obbiettivo di un intervento della Cdp su una possibile newco della rete “che noi ancora perseguiamo e auspichiamo, e che sicuramente accelererebbe gli investimenti in Italia anche nell’interesse dell’intero Paese come motore di crescita per l’Economia, non risulterebbe di vitale importanza, in assenza TI andrà avanti con i piani già previsti”.

Di fronte al nervosismo della borsa Asati raccomanda “di non vendere perché riteniamo che l’Enterprise Value della Società sarà sicuramente ben superiore nel corso dei prossimi tre anni. Il rilassamento del debito fornisce alla Società le risorse per gli investimenti su Ngn e Lte e alleggerisce il peso di una drastica riduzione dei costi del lavoro”.

“A tale proposito -conclude Asati – continuiamo a suggerire da un lato una minore azione di pressione sui dipendenti più deboli che già con la solidarietà, con la cancellazione del premio di produzione di fine novembre stanno sopportando perdite gravi e sacrifici pesanti, tra l’altro non giustificati,e dall’altro una riduzione sensibile su bonus, Mbo, e fring benefits (auto vetture, stock option) dei dirigenti che potrebbero essere distribuiti per fine anno per dare così un etico esempio, non solo ai loro collaboratori più deboli ma anche a tutti i piccoli azionisti che negli ultimi anni hanno visto diminuire il valore dei risparmi e investimenti di oltre il 70% per cui ipotizzare una riduzione del dividendo sarebbe pura follia a meno che in ultima istanza si pensasse di dare l’equivalente in azioni”.

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