FINMECCANICA

Selex ES, Fim-Cisl: “La Fiom torni al tavolo”

Dopo la rottura del fronte sindacale, scatta l’appello per ricomporre la trattativa in vista dell’accordo sulla fusione di Selex Galileo, Selex Sistemi Integrati e Selex Elsag

Pubblicato il 29 Nov 2012

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Sulla nuova Selex ES (gruppo Finmeccanica) la Fim Cisl invita la Fiom Cgil “a usare queste 24 ore per ripensarci” non correndo il rischio di lasciare le mani libere all’azienda, visto che domani scade il termine per raggiungere un’intesa con i sindacati sul processo di fusione di Selex Galileo, Selex Elsag e Selex Sistemi integrati nella nuova società dell’elettronica per la difesa. La Fiom ha lasciato il tavolo delle trattative il 21 novembre, rompendo il fronte sindacale con Fim e Uilm.

L’appello alla Fiom arriva in una nota del segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli che ricorda che “come è noto, in assenza di accordo sindacale, la legge consente all’azienda di ‘esperire’ la procedura onorando solo i vincoli previsti dalla legge. L’incomprensibile indisponibilità della Fiom, dopo aver dato il via libera in ristretta, consente all’azienda di non attenersi al protocollo che avevamo concordato che prevede condizioni migliorative e più forti per i lavoratori e per rendere più forte il confronto sindacale. Siamo all’ennesimo no – sottolinea Bentivogli – che lascia all’azienda la migliore condizione per ‘fare da sola’”. Il sindacalista Fim chiude dicendo che “la procedura di fusione contiene aspetti molto importanti da presidiare a partire dai trattamenti dei lavoratori e soprattutto non può precludere la necessaria discussione che non rinunceremo a fare sul piano industriale”.

Nel merito il confronto è sulla fusione delle tre aziende dell’elettronica per la difesa di Finmeccanica (Selex Galileo, Selex Sistemi Integrati e Selex Elsag) nella nuova Selex ES. Confronto tra azienda e sindacati che deve concludersi entro fine mese, scadenza dopo la quale l’azienda, in assenza di un’intesa potrà procedere in autonomia. Sulla bozza d’intesa c’era anche il “via libera – dice Bentivogli – della segreteria nazionale della Fiom, che poi ha fatto dietrofront per il no delle sue strutture aziendali”.

Nella bozza azienda e sindacati hanno concordato di “effettuare un confronto preventivo e di merito” sul piano industriale necessario anche “ad analizzare/valutare le ricadute” del piano sugli “assetti produttivi e occupazionali. A tal fine l’azienda – si legge ancora nella bozza d’intesa – si impegna a sostenere un confronto di merito con le organizzazioni sindacali firmatarie del seguente protocollo per verificare sino in fondo la percorribilità della condivisione delle soluzioni”. Un punto tutt’altro che indifferente per i sindacati, quello della ricerca di una concertazione, dato che la fusione fra le tre aziende potrebbe comportare numerose eccedenze di personale.

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