Le imprese italiane, soprattutto piccole e medie, sono ancora troppo penalizzate dal digital divide. Lo sostiene il Rapporto Piccole Imprese di Unicredit la cui nona edizione, che verrà presentata domani a Roma, è dedicata a “Sfide e opportunità della digitalizzazione”.
Dallo studio emerge che in generale le nostre pmi non presentano un buon livello di digitalizzazione perché il Paese sconta ritardi nella realizzazione di infrastrutture, nell’utilizzo di Internet e nell’impatto della rete in diversi ambiti della vita economica e sociale.
In Italia il ruolo dell’economia digitale appare inferiore sia rispetto agli Stati Uniti sia ad altre nazioni europee come Svezia, Gran Bretagna, Francia e Germania. Il divario digitale è riscontrabile soprattutto per le piccole imprese ma resta presente anche nelle medie e grandi.
Scendendo nel dettaglio emerge che nelle nostre aziende, rispetto a quelle di altri Paesi, c’è una minore diffusione di tecnologie e servizi più avanzati (rete intranet aziendale, rete extranet, profilo su social network) e un minore utilizzo di strumenti Internet che richiedono interazione (rapporti online con la PA, e-commerce).
Il rapporto – presentato, tra gli altri, dal direttore generale di Unicredit Roberto Nicastro, dal presidente di Confindustria Digitale Stefano Parisi e dal sociologo Aldo Bonomi – ribadisce che la digitalizzazione rappresenta un’importante opportunità di crescita per l’intero Paese. E ricorda che l’utilizzo dell’ICT consente alle imprese una maggiore efficienza e flessibilità, oltre a favorire attività strategiche quali l’innovazione e l’internazionalizzazione.
Dallo studio emerge anche l’intensificarsi dell’uso dell’e-commerce, visto sempre più come opportunità di ampliamento del business, e l’utilizzo virtuoso della digitalizzazione in funzione della personalizzazione dei prodotti, soprattutto nella revisione dei parametri di gestione interna delle imprese.