L’e-commerce è entrato stabilmente nelle abitudini degli italiani: quasi il 78% ormai fa in qualche misura acquisti online. Lo svela l’ultimo Rapporto Italia 2022 di Eurispes: solo il 22,8% degli italiani non compra mai su Internet. Tutti gli altri (il 77,2% nel complesso) lo fanno: il 29,2% qualche volta, il 24,6% raramente, il 15% spesso, l’8,4% abitualmente.
La fotografia dell’Italia che l’indagine consegna mostra un Paese più digitalizzato, in cui cresce l’utilizzo dei dispositivi connessi e dei servizi video, incluso lo streaming a pagamento. Il metaverso è invece sconosciuto ai più e collegato a non meglio definite evoluzioni del digitale o addirittura alla fantascienza.
È onnipresente lo smartphone in ogni momento della giornata, spesso usato per i selfie da postare sui social media, ma, purtroppo, anche mentre si è alla guida dell’automobile. E resta alta la diffusione dei reati informatici, dalle truffe al furto di identità al cyber-stalking e i giovanissimi sono i più bersagliati.
La diffusione dell’e-commerce. Ma restano i gap
La pandemia ha profondamente inciso nelle nuove abitudini degli italiani, come dimostra la diffusione degli acquisti con consegna a domicilio. La maggior parte degli italiani usa l’e-commerce per ordinare la cena o altri pasti a casa (nell’ultimo anno lo ha fatto il 44,6%), seguono la spesa a domicilio (37,7%) e poi i farmaci a domicilio (23,8%).
Va tuttavia sottolineato il divario generazionale e tra Nord e Sud. In media solo il 22,8% degli italiani non compra online, ma la quota varia dal 7-8% dei 18-34enni, al 12,2% dei 25-44enni al 20,9% nella fascia fino a 64 anni per poi impennarsi al 44% sopra i 65 anni. Inoltre, nelle Isole il 34,1% non fa mai acquisti online e così il 27,2% dei residenti del Sud Italia.
La digitalizzazione della vita quotidiana: videochiamate e streaming
Resta diffuso – nonostante la fine dei lockdown – il ricorso alle videochiamate con parenti ed amici (60,8%). Quasi la metà degli italiani – il 47,9% – acquista abbonamenti a piattaforme streaming a pagamento.
Quasi il 40% degli italiani afferma di aver accresciuto le proprie competenze informatiche dall’inizio della pandemia. Un rilevante 45,5% ha iniziato ad utilizzare strumenti che prima non usava. La maggioranza, dall’inizio della pandemia, utilizza di più Internet per ragioni pratiche (56,1%) e per svago (53,8%).
Smartphone: il primo e l’ultimo pensiero della giornata
La netta maggioranza degli italiani (66,1%) usa il cellulare a letto, al risveglio o prima di dormire. Guardare lo smartphone diviene così per molti la prima e l’ultima azione della giornata.
La maggioranza lo utilizza mentre guarda la televisione (54,4%) e mentre è in bagno (53,6%); la metà del campione a tavola mentre mangia da solo (50,3%) e il 26,5% anche quando è a tavola in compagnia. In molti lo usano mentre camminano (42,7%); il 37% fa “selfie” e li pubblica sui social network. Circa un terzo (32,2%) lo usa quando è fermo ai semafori, ma quasi un quarto (23,9%) anche mentre guida. Il 28,2% ha l’abitudine di geolocalizzarsi e pubblicarlo sui social.
Le percentuali sono molto più alte tra i giovani (fino a 24 anni): il 71,5% fa selfie per pubblicarli sui social (ma lo fa anche il 20,9% sopra i 65 anni) e l’81,8% porta il cellulare a tavola, contro il 24,8% degli over-65. E quasi la metà dei giovani usa il telefono alla guida, contro il 10% dei più maturi.
Metaverso, questo sconosciuto
Dall’indagine condotta dall’Eurispes emerge che la maggior parte degli italiani non ha mai sentito parlare del metaverso (56,7%); anche fra chi ne aveva già sentito parlare, il 22,1% non sa bene cosa sia. Solo il 21,2% afferma di sapere di che cosa si tratta.
A chi ha risposto di non sapere cosa sia il metaverso è stato chiesto di indicare a quale, fra le alternative proposte, tale termine facesse pensare. Il 36% ha risposto di pensare al digitale in generale, il 23% alla fantascienza e l’8,3% agli smartphone di nuova generazione.
A quanti hanno affermato di sapere cosa sia il metaverso, è stato chiesto quale sensazione susciti in loro questo universo digitale parallelo. Il sentimento più condiviso è la curiosità (27,4%), seguono l’indifferenza (21,9%) e, con poco distacco, la preoccupazione (20,5%). Il 9,5% si dichiara entusiasmato da questo mondo, mentre l’8,8% prova una sensazione di smarrimento; il 3% guarda a questa innovazione con speranza e solo l’1,6% ne ha paura.
Reati informatici, i giovani sono i più esposti
Quasi 3 italiani su 10 sono rimasti vittime di truffe informatiche (27,2%). Il secondo reato informatico più diffuso è l’inganno da falsa identità (15,3%), segue il furto di identità (13,2%). L’11,5% ha dovuto fronteggiare il cyber stalking, ossia lo stalking attraverso la Rete. Nel 5,8% dei casi il reato subìto è stato il revenge porn: la diffusione, senza consenso, di foto o video intimi, tramite social o piattaforme digitali, con l’intento di denigrare e mettere in profondo imbarazzo la persona ritratta.
I giovanissimi 18-24enni sono coloro i quali rimangono più spesso vittima di cyber stalking (17,6%) e di revenge porn (10,9%), rispetto alle altre categorie. Così pure per il furto d’identità e l’inganno d’identità (circa il 20% in entrambi i casi).