Via alla riorganizzazione della task force del Dipartimento per la trasformazione digitale che si occuperà dei progetti Pnrr. È stato pubblicato in Gazzetta il decreto che modifica l’organizzazione dell’unità di missione.
Il provvedimento affida all’unità di missione del Dipartimento anche il coordinamento, la gestione, il monitoraggio e la rendicontazione per i programmi spaziali e aerospaziali la cui titolarita è stata assegnata al Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. Inoltre punta ad ottimizzare le funzioni di gestione e monitoraggio anche in relazione agli investimenti relativi al Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr.
Cosa prevede il decreto
Il Servizio 1 di gestione e monitoraggio dell’unità di missione svolge funzioni di coordinamento e gestione delle attività connesse all’attuazione di investimenti e riforme relativi, tra gli altri, alle infrastrutture digitali per gli avvisi rivolti alle PA centrali e quelli per la migrazione al cloud. Competenza anche su interoperabilità, servizi di cittadinanza digitale ed e-skill. Il Servizio 2 di gestione e monitoraggio si occupa di Polo Strategico nazionale e della cybersecurity nonché di trasformazione digitale della PA e del piano Italia 5G. Focus anche sui progetti di sanità e scuola connessa. Al Sevizio 2 anche la competenza sui progetti spaziali.
Entrambi i servizi vigliano, si legge nel decreto, “affinché siano adottati criteri di selezione delle azioni coerenti con le regole e gli obiettivi del Pnrr, istruisce le domande di rimborso dei soggetti attuatori degli investimenti del Pnrr e garantisce la gestione amministrativo-contabile degli interventi del Piano per gli investimenti complementari”.
Modifiche anche alle funzioni del Servizio 3 per il circuito finanziario, la rendicontazione e il controllo che provvede agli interventi assegnati a diverso titolo alla competenza del Dipartimento agli nell’ambito del Pnrr o del Piano nazionale per gli investimenti complementari, a trasmettere al Servizio centrale per il Pnrr i dati necessari per la presentazione delle richieste di pagamento alla Commissione europea. La task force riceve e controllale domande di rimborso dei soggetti attuatori istruite dai Servizi 1 e 2, si accerta della regolarità delle procedure e delle spese nonché del conseguimento di milestone e target in coerenza con gliimpegni assunti.
Il Servizio 3, inoltre, provvede a trasmettere al Servizio centrale per il Pnrr i dati raccolti dai Servizi 1 e 2 di avanzamento finanziario e di realizzazione fisica e procedurale degli investimenti e delle riforme attribuiti a diverso titolo alla competenza del Dipartimentonell’ambito del Pnrr o del Piano nazionale per gli investimenticomplementari, nonché l’avanzamento dei relativi obiettivi intermedie finali.
Il fondo per la Repubblica Digitale
In Gazzetta anche il decreto che assegna 10 milioni di euro alal fondo per la Repubblica digitale.
A gennaio su iniziativa del Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, del Ministero dell’economia e delle finanze e di Acri, Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio, è stato siglato il protocollo d’intesa che definisce le modalità d’intervento del Fondo per la Repubblica Digitale, con il quale si punta a investire circa 350 milioni di euro, tra il 2022 e il 2026, per finanziare progetti di formazione e inclusione digitale, con lo scopo di accrescere le competenze digitali degli italiani.
Il dato di partenza che motiva l’intervento è il 58% di italiani tra i 16 e i 74 anni, pari a 26 milioni di cittadini, che, stando alle più recenti rilevazioni del Digital Economy and Society Index della Commissione Europea, non dispongono delle competenze digitali di base. Un dato decisamente allarmante, specie se comparato alla media di riferimento europea, pari al 42%, che, scrivono i firmatari del protocollo, “produce un impatto non solo sulla reale ‘cittadinanza digitale’, ovvero sull’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini, ma determina anche uno dei maggiori freni allo sviluppo del Paese”.
Da qui la scelta di istituire il Fondo per la Repubblica Digitale, con il quale si proverà a mutuare la positiva esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, selezionando progetti di formazione e inclusione digitale da finanziare tramite appositi bandi. Ad essi potranno partecipare soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e soggetti del Terzo settore, da soli o in partnership.