Elon Musk minaccia di annullare l’operazione di acquisto di Twitter se la società che detiene la piattaforma social non gli comunicherà i dati sugli account falsi o gestiti da bot. La possibilità di un recesso in caso di mancata condivisione delle informazioni è stata esplicitata in una lettera formale inviata dai legali di Musk a Twitter. In particolare, gli avvocati hanno sostenuto che l’incapacità del consiglio di amministrazione di Twitter di fornire a Musk informazioni più dettagliate sugli account fake e lo spam rappresenta una violazione dell’accordo, per lui e gli altri investitori, di rilevare la società.
Twitter ha replicato di essere pronta a collaborare e di voler finalizzare l’operazione iniziata in aprile. Ma intanto il titolo accusa il colpo in Borsa, perdendo l’1,5%.
La lettera degli avvocati di Musk
Gli avvocati hanno scritto che Musk ha chiesto ripetutamente le informazioni dal 9 maggio, circa un mese dopo la sua offerta di acquisto della società, in modo da poter valutare quanti dei 229 milioni di account della società fossero falsi. Il Ceo di Twitter Parag Agrawal aveva replicato che Twitter stima che meno del 5% dei suoi account siano spam. Ma Musk ha ribattuto in un tweet del mese scorso, senza fornire prove, che secondo i dati in suo possesso il 20% o più degli utenti sia fake.
I legali hanno poi precisato che Twitter si è offerto solo di fornire dettagli sui metodi di test dell’azienda. Ma sostengono che ciò “equivale a rifiutare le richieste di dati del signor Musk” e costituisce una “violazione sostanziale” dell’accordo di fusione che conferisce a Musk il diritto di annullare l’accordo se lo desidera. “Questa è una chiara violazione materiale degli obblighi di Twitter ai sensi dell’accordo di fusione e Mr. Musk si riserva tutti i diritti che ne derivano, incluso il suo diritto di non portare a termine la transazione e il suo diritto di rescindere l’accordo di fusione”, afferma il documento.
Le possibili ripercussioni sull’accordo
Secondo il Wall Street Journal il forfait da parte di Musk potrebbe dare vita a “una lunga battaglia legale tra le due parti”, che si sono impegnate a versare una penale da un miliardo di dollari in caso di rottura. Twitter, inoltre, “potrebbe anche fare causa per costringere il signor Musk a portare a termine la transazione“.
Intanto però Twitter è subito corsa ai ripari, spiegando che “ha condiviso e continuerà a condividere in modo cooperativo informazioni con il signor Musk per portare a termine la transazione conformemente ai termini dell’accordo di fusione. Riteniamo che questo accordo sia nel migliore interesse di tutti gli azionisti. Intendiamo concludere la transazione e far rispettare l’accordo di fusione al prezzo e ai termini concordati”. Nella dichiarazione la società non ha però chiarito se sia d’accordo con tutte le richieste di Musk che, come affermato precedentemente dal gruppo, potrebbero violare i diritti dei suoi utenti.
L’ultima manovra di Musk mostra come stia “cercando una via d’uscita dall’accordo o qualcosa che possa ottenere una leva per una rinegoziazione del prezzo”, ha affermato Brian Quinn, professore di legge al Boston College. Ma Quinn ha detto che è improbabile che regga in tribunale poiché l’imprenditore ha già rinunciato alla sua capacità di chiedere più due diligence. “Dubito che gli sarebbe stato permesso di andarsene”, ha detto Quinn. “A un certo punto, il consiglio di Twitter si stancherà di questo e farà causa” chiedendo a un giudice di costringere Musk a rispettare l’accordo.